Ieri sera finalmente, è andata in scena la verità. All’incontro con i candidati sindaco organizzata dal gruppo Sei di Thiene Se, gli animi si sono riscaldati sul tema-Moschea che sta tenendo banco in questi giorni. Al momento che la collega di Tva ha formulato la domanda, articolandola sui perchè una struttura così grande, un edificio faraonico dallo stile sfarzoso sia spuntato come un fungo dopo una notte di pioggia, si è scatenato il putiferio con il sindaco uscente Giovanni Casarotto, che è andato su tutte le furie gridando al complotto.
Una vera e propria aggressione verbale nei confronti della giornalista professionista Alessandra Altomare, ‘colpevole’ di aver dato per prima la notizia sulla moschea di via del Rosario. Accuse velate e non da parte di Casarotto che non è nuovo a questo tipo di ribellioni nei confronti di una stampa locale, che a questo punto, deve accollarsi la responsabilità di essere stata troppo morbida e compiacente per decenni. Ed ecco che la miccia si accende non appena si alza l’asticella della professionalità giornalistica, sempre più rara sul nostro territorio, dove i giornali sono fatti di comunicati stampa e copiature spudorate persino dei titoli, dove cronisti improvvisati sono più affaccendati ad andare a guardare le altre testate giornalistiche per vedere quale notizia manca, anzichè preoccuparsi di fare le vere inchieste. Quelle che danno l’impronta della personalità giornalistica, quelle che fanno la differenza. Quelle che caratterizzano un vero giornale. Ieri sera, la collega Alessandra Altomare si è rivolta al sindaco Casarotto in maniera autorevole, come i non giornalisti dell’Alto Vicentino non sanno fare.
Con il tono del cronista che per mestiere deve incalzare alla ricerca della verità e della cittadina, allibita per come un moschea di quelle proporzioni possa essere nata sotto il silenzio di tutti, ha chiesto a Casarotto di rispondere per primo. Un buon giornalista non concede tempo all’intervistato, specie se è un politico. Ecco perchè lo ha interrogato per primo. Secondo, è Giovanni Battista Casarotto il sindaco che ha dato il benestare ad un ampliamento, sul quale occorreva vigilare per non creare tutta questa baraonda. Cosa costa ammettere che la giunta è stata leggera su questa faccenda che non è nemmeno approdata in giunta? Cosa costa essere onesti con i cittadini? Un sindaco, un assessore, un medico, un giornalista, un imbianchino, un architetto, un ingegnere, un medico e qualsiasi professionista possono sbagliare. Non siamo macchine. Siamo convinti che non ci sia stata alcuna malafede, tutt’altro. Vuoi che una amministrazione, con la campagna elettorale alle porte, sia così distratta su un tema che è al centro di un dibattito a livello internazionale? Per evitare di perdere voti ai Cappuccini, si è mandato in fumo il progetto sul tempio crematorio e si sono fatti incontri di quartiere accesissimi e su un tema che popola le pagine dei quotidiani più prestigiosi di Italia, nemmeno una parola?
E’ chiaro come si sono svolti i fatti e si poteva riparare senza urlare al complotto dei media, che escono dal cilindro la notizia scottante ad una settimana dal voto.
Caro sindaco Casarotto, il mondo non gira come lo percepisce lei ed un giornalista non deve essergli amico. Tutt’altro, se deve fare il suo lavoro onestamente deve poterla attaccare senza lacci, nè bavagli. Un giornalista non deve essere acclamato, deve essere scomodo. Un giornalista non deve osannarla, deve romperle le scatole. Accetti che sul territorio ci siano giornalisti liberi che si muovono in nome della notizia e non della simpatia o delle campagne elettorali in corso. Anzi, combatta anche Lei quel genere di giornalismo non costruttivo che insabbia e non fa crescere il territorio.
Falcone e Borsellino hanno insegnato tanto anche alla stampa italiana, facendo capire che avere un potere mediatico significa denunciare quello che non va. Per scrivere ed esaltare quello che va ci sono altre figure che si chiamano addetti stampa. Facciamo tesoro dello spiacevole episodio accaduto ieri e tracciamo un nuovo cammino con il rispetto dei ruoli di istituzioni e stampa, che non devono assolutamente andare a braccetto. Tutt’altro, dovrebbero stare ben distanti. Invito i lettori a diffidare della pseudo informazione prodotta da sedicenti giornalisti con le mani in pasta nella politica.
Invito il nuovo sindaco di Thiene, chiunque sarà tra i 5 sfidanti, a mettere da parte il delirio di onnipotenza tipico di chi, una volta ottenuta una sedia, pensa di poter salire su un trono e giudicare tutto e tutti.
‘A ciascuno il suo’, diceva Leonardo Sciascia: come agli amministratori è concesso di stabilire la tassazione ed il taglio dei servizi o il finanziamento di questa o quella associazione, che rimanga al giornalismo (quello autentico) il compito di criticare e informare come meglio crede. Sarà un lavoro scomodo, ma qualcuno ha deciso di farlo ed ha studiato anche parecchio!
Natalia Bandiera