Ha deciso di credere ancora in lui e si augura che se dovesse vincere, dia più importanza al consiglio comunale, che giudica la ‘parte operativa’ di un comune.
Nico Simonato è in corsa nella lista Fare per Thiene, di centro destra, capeggiata dall’attuale vicesindaco Alberto Samperi, di cui è stato l’ombra, quando c’era da stilare quella ‘rogna’ di cui tutti parlano e che criticano, ma che significa lavoro duro, senso di responsabilità verso i cittadini, verso i quali lo sforzo è sempre più estenuante: con uno Stato che taglia e se tu non sei bravo a far quadrare i conti a livello locale, finisce che sei costretto a tagliare i servizi o ad aumentare le tasse.
Simonato, lei è stato anche presidente della commissione Bilancio. Cosa non sa la gente di quanto accade all’interno di un Comune?
Purtroppo la gente non comprende la difficoltà di questi tempi. Io per primo, pur avendo un bagaglio professionale che mi consente di avere dimestichezza con i numeri, prima di capire come funzionava la macchina burocratica del comune ci ho impiegato oltre un anno. Studio e comprensione, che i cittadini spesso non immaginano.
Perchè ha deciso di credere ancora in Gianni Casarotto?
Perchè apprezzo di lui quel senso di bene comune che ha caratterizzato i suoi 5 anni di mandato. Ho fatto una esperienza straordinaria, fatta di voglia di fare per donare alla comunità a cui appartengo. Ho affrontato il mio ruolo con grande impegno e anche se ero dietro le quinte, ho lavorato con spirito di sacrificio e senso di appartenenza a quel gruppo di maggioranza, che ha dimostrato di essere una squadra. Ho imparato ad ascoltare le persone, con i loro drammi, con i loro problemi quotidiani ed è stata la parte del mandato che mi ha fatto cresce maggiormente come uomo. Mi sono ricandidato perchè tante cose non siamo riusciti a farle ed è giusto portarle a termine per mantenere la parola.
Può dire lo stesso degli altri consiglieri comunali?
Diciamo che c’è chi ha dato di più, e chi ha dato di meno. Ho apprezzato qualche collega come Carlo Gecchelin, che ho ammirato e con cui ho lavorato senza pensare che eravamo semplici consiglieri, ma per pura voglia di dare un contributo al gruppo e per mettere a disposizione le competenze. Al di là dei ruoli. Lavoro che non sempre è stato percepito all’esterno ma che c’è stato.
Vuole dire che non siete stati valorizzati?
Voglio dire che auspico che se Casarotto dovesse farcela, dia maggiore valore al ruolo operativo del consiglio comunale.
Natalia Bandiera