A 72 anni dall’eccidio di Schio è stata commemorata ieri nel cortile della biblioteca civica, ala ex carceri, la ‘Dichiarazione sui valori della concordia civica’, patto di riconciliazione tra i famigliari di vittime, il comune di Schio e le associazioni partigiane, stipulato il 17 maggio 2005.

Un accordo morale e formale insieme che vuole ribadire ogni anno il tentativo di ricucire le coscienze lacerate degli scledensi, da quando nel lontano 7 luglio 1945, a guerra ormai finita da due mesi, un gruppo di ex partigiani della brigata Garibaldi fece irruzione nelle carceri di Schio e massacrò 54 detenuti, tra cui molte donne, in attesa di giudizio.

Davanti alla lapide che ricorda le vittime del massacro amministratori, famigliari dei protagonisti della tragedia ed i rappresentanti dell’associazione partigiana A.n.p.i. e A.v.l. hanno ricordato in una sobria cerimonia come la parola ‘riconciliazione’ deve superare le vecchie opposizioni, le strumentalizzazioni politiche di oggi e le sofferenze di quei giorni.

schio - eccidio 2017 - lapide

‘Siamo qui per rinnovare il clima di pacificazione – ha detto la presidente del comitato dei familiari delle vittime – aperto nel 2005 secondo i valori democratici di libertà, giustizia e solidarietà. Il riconoscimento del dolore reciproco è un fattore di unione e non di divisione. Siamo tuttavia consapevoli che il perdono non va imposto, ma maturato nel tempo’.

‘Il patto – ha detto invece il presidente provinciale A.n.p.i. Danilo Andriollo – ha permesso il superamento delle divisioni a Schio. Già nel 1945 l’eccidio era stato subito condannato dalle associazioni partigiane. Oggi confermiamo e rilanciamo quel patto fatto dai familiari, un gesto che non cancella e non nega la storia ma genera sentimenti di perdono, pace e riconciliazione’.

‘Settantadue anni sono tanti – ha puntualizzato invece il sindaco Valter Orsi – e prima che sia il tempo a far dimenticare, dobbiamo essere noi a fare un passo da protagonisti, come degli scalatori lungo un percorso in salita, o gli alpinisti che per primi aprono una strada mai percorsa prima. La gente di buon senso deve avere il coraggio di fare atti di buon senso come questo. Invito tutti ad essere scalatori, a seguire il loro percorso in salita’.

Il 7 luglio ci sarà la cerimonia religiosa al duomo di Schio che ricorderà invece il giorno della strage. A officiare la messa ha appena confermato la sua presenza il vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol, che celebrerà accanto a Don Bruno Stenco.

 

Marta Boriero

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