17milioni di euro nel cassetto della Regione, che giacciono inutilizzati e sarebbero destinati alla formazione degli amministratori locali. Una cifra importante, che se fosse spesa potrebbe dare una mano al Veneto che, grazie alla competenza dei suoi sindaci e delle loro giunte, potrebbe trovare soluzioni concrete a molti dei suoi problemi, come quello che vede la regione protagonista ad ‘importare’ badanti ed ‘esportare’ ricercatori.
Sono solo due dei dati emersi martedì sera a Villa Fabris, durante incontro organizzato da Lions Club Thiene Host, che ha dato appuntamento a sindaci e associazioni di categoria per parlare di Città Metropolitana Altovicentino. Una città allargata, che da Valdagno a Bassano raggrupperebbe in un unico ‘comune’ oltre 400mila abitanti. Un argomento di cui si era discusso già un anno fa e che rimane attuale.
“In questi 12 mesi molte cose sono cambiate – ha spiegato Giovanni Casarotto, sindaco di Thiene – Il referendum non ha tolto le
province e la Sanità ha subito una riforma prorompente, ma rimane l’esigenza di guardare oltre i propri confini, per condividere i servizi, guardare oltre e integrarsi”. Thiene e Schio in effetti, comuni capofila dell’Alto Vicentino, già hanno messo in piedi una ‘rete’ di collaborazione, che comprende le scuole, la linea ferroviaria, la fibra ottica e tanto altro. Successi, che toccano anche gli altri comuni, unendoli in un territorio che potrebbe dare e fare molto di più.
“Grazie alla Conferenza dei Sindaci stiamo facendo un buon lavoro sulla Sanità – ha commentato Valter Orsi, sindaco di Schio – Tra primi cittadini c’è comunità d’intenti riguardo i grandi temi. Dobbiamo guardar ad una grande area, pur rispettando e tutelando i centri storici, con occhio di riguardo nei confronti della piccola e media distribuzione, che aiutano a mantenere in vita l’assetto sociale”. “I comuni non possono più fare da soli – ha concluso Giancarlo Acerbi, sindaco di Valdagno – Serve un’ottica sovracomunale”.
Per spiegare tecnicamente che cosa significa governo di un territorio, il relatore Patrizia Messina, docente di ‘governo locale’ all’università di Padova: “17milioni non sono stati spesi per la formazione di amministratori locali. Bisogna incentivare le unioni grandi, non quelle piccole e trovare soluzioni reali per risollevare le sorti di un Veneto che ha cominciato ad importare badanti ed esportare ricercatori”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Paolo Gurisatti, presidente della Fondazione Festari, presente come relatore. “Il settore manifatturiero è trainante – ha piegato – si pensi che lo teniamo in piedi e continua a crescere anche senza le infrastrutture necessarie. Ora i veneti devono fare un passo in avanti. Per parlare davvero di città metropolitane ci si deve identificare in base alla provincia. Non ci dobbiamo descrivere ‘trevigiani’, ‘vicentini’ o ‘padovani’ – ha concluso – Bisogna fare un salto di qualità e allargare gli orizzonti”.
Anna Bianchini