Non si è fatta attendere la risposta di Giovanni Cattelan, presidente di Avs, che a distanza di poche ore, nonostante fosse domenica, ci ha tenuto a spiegare che la delocalizzazione del laboratorio di analisi idriche di Thiene e la sua ‘fusione’ in un’unica struttura fuori provincia, sia garanzia di miglioramento della qualità e dell’efficienza delle analisi.

Una decisione che non è piaciuta al Movimento 5 Stelle e che si aggraverebbe per il trasferimento al quale saranno sottoposti gli impiegati, che con il cambio di sede, dovranno dividersi tra Venezia e San Bonifacio, sedi principali del nuovo laboratorio veneto.

“Unificare i laboratori di analisi significa potenziare e migliorare la qualità e l’efficienza del sistema perché metteremo assieme competenze e capacità per un maggiore controllo sui dati – ha piegato Giovanni Cattelan – Questa operazione, che vede il coinvolgimento di 11 gestori pubblici del Veneto, è uno dei progetti principali promossi da Viveracqua, in cui la società crede fermamente e che è stato portato avanti con la massima trasparenza e condivisione con i sindaci. Naturalmente siamo a disposizione delle amministrazioni, dei cittadini e di qualsiasi forza politica voglia conoscere meglio il progetto”.

Secondo Cattelan quindi, il progetto di integrazione dei laboratori di analisi promosso all’interno del consorzio Viveracqua mira a creare una struttura specialistica d’eccellenza per il controllo di qualità dell’acqua potabile e degli scarichi fognari.

“Non si deve guardare se le analisi vengano realizzate a Thiene o a Verona – ha aggiunto – Quello che conta è la qualità e la specializzazione delle analisi che vengono effettuate. Migliorare l’efficienza significa aumentare le garanzie per i cittadini. E l’obiettivo del progetto è infatti proprio di creare un centro di eccellenza veneto detenuto da aziende a controllo pubblico. Questo permetterà di gestire internamente molte analisi attualmente svolte da laboratori esterni alle singole società e di farlo con la maggiore competenza che può venire dalla condivisione e dalla collaborazione, oltre che dall’opportunità di realizzare investimenti in nuove strumentazioni. La questione degli inquinanti emergenti (tra cui i Pfas), non verrà limitata ma troverà invece una risposta migliore in un laboratorio unificato in grado di affrontare i costi degli strumenti di laboratorio per svolgere queste analisi. Attualmente Avs svolge le analisi sui Pfas in outsourcing presso altri laboratori esterni. Nella nuova organizzazione, con circa 80 addetti, sarà più semplice anche disporre di risorse umane specializzate e dedicate a singole problematiche – ha continuato Cattelan – Per quanto riguarda infine la condivisione con il territorio, lo studio di fattibilità è stato avviato nel 2015 e Avs vi ha aderito formalmente con l’approvazione dello studio di fattibilità a fine 2015. Il progetto è stato illustrato ai soci in più occasioni durante le assemblee di budget e delle assemblee di approvazione del bilancio e trova spazio nella relazione della gestione del bilancio 2015 pubblicato anche nel sito aziendale – ha concluso il presidente di Avs – Il nuovo laboratorio veneto avrà due sedi principali una in zona Venezia e una in zona San Bonifacio, in provincia di Verona. La società comprende il disagio dei propri lavoratori coinvolti nel progetto e che dovranno spostarsi in una diversa sede di lavoro. Per questo si stanno definendo, congiuntamente agli altri aderenti al progetto, delle misure di mitigazione”.

A.B.

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