Sit-in ‘No Pfas’ versus Mitenti, 1 a 0. Ieri sera a Montecchio Maggiore parlano chiaro i numeri: il convegno a porte chiuse della Miteni si rivela un mezzo flop. Solo 11 sindaci dentro la sede di Confindustria mentre fuori le persone a manifestare sono quasi un centinaio.
Contestato pesantemente Maurizio Scalabrin consigliere PD e presidente della Commissione Ambiente di Montecchio, in capo al quale pende l’organizzazione della ‘serata Miteni’, cosa che lui ha smentito ma che gli sono valsi degli strattoni da parte dei cittadini. Cittadini infuriati per essere stati estromessi dal seminario tenuto da Angelo Moretto dell’Università di Milano, incaricato dalla Miteni per far chiarezza sugli effetti dei Pfas nell’acqua.
Il lavoro a cui è stato chiamato Moretto, e di cui ieri sera ne ha dato ampia illustrazione, si sia basato su dati raccolti con esperimenti e mai in riferimento al ‘Caso Pfas Veneto’. Il riferimento più vicino alla situazione in Veneto lo coglie direttamente dai test condotti dalla Miteni sui propri lavoratori e che fino ad oggi non hanno evidenziato correlazioni dirette tra malattie e assunzione Pfas. Le conclusioni che Moretto ha portato ieri nel convegno a porte chiuse sono state una replica delle dichiarazioni che Miteni sta portando avanti ultimamente, legate a smontare lo studio condotto dalla Regione Veneto e il documento della Commissione Ecomafie, arrivando a smentire la pericolosità dei Pfas sull’uomo.
Un meeting che di nuovo ha portato poco nel ‘caso Pfas’ reputato dai cittadini, piantonati all’esterno della sede di Confindustria di Montecchio Maggiore, troppo mirato alla propaganda della Miteni. Di nuovo nel capitolo Pfas c’è l’accordo siglato pochi giorni fa tra la Regione Veneto e Roma che farà arrivare 23 milioni di euro dal ministero dell’Ambiente per la tutela del bacino del Fratta-Gorzone.
Paola Viero