Il Duomo era gremito stamattina, per dare l’estremo saluto ad Angelo Rossi, morto alla soglia degli 80 anni.
Alpino, uomo di cultura infinita, fondatore del Tennis Club e appassionato di storia, c’erano proprio tutti stamattina, per dirgli addio. In prima fila la moglie ed i figli.
E poi: la giunta Casarotto al completo, il rappresentante dell’Unuci Colonnello Gianfranco Ciancio, Elena Donazzan in rappresentanza della Regione Veneto ed i ‘suoi’ alpini, quelli con cui ha condiviso la sua esistenza all’insegna del rigore, della lealtà e dell’amore per il suo territorio, di cui è stato autentico portatore di valori. Presente anche il comandante della Polizia Locale Giovanni Scarpellini.
Durante l’omelia è stata tracciata la figura carismatica di un grande uomo thienese, che resterà nei cuori di chi lo ha conosciuto e ne ha apprezzato le spiccate doti umane. Un uomo sul quale non basterebbe un libro per raccontarne le gesta. Recitata la preghiera dell’Alpino, quella che lui amava leggere ad ogni occasione, commuovendosi ogni volta.
I ricordi degli Alpini
‘Si emozionava sempre – ha raccontato Vittorio Dal Zotto, che ha ereditato da Angelo Rossi il timone del gruppo Alpini di Thiene, di cui oggi fanno parte oltre 400 iscritti – Angelo era una persona integerrima, simpaticissima e capace di catturare l’attenzione di chi lo ascoltava anche a distanza. Lo considero il mio mentore e non sarà facile portare avanti il percorso intrapreso da lui, che era il numero uno. Grazie a lui ho imparato il valore racchiuso nel cappello degli Alpini, che oggi per me è sinonimo di fierezza e orgoglio. Indossare il cappello è fratellanza, solidarietà, mettersi a disposizione della comunità ed essere pronti ad intervenire. Tutto questo me lo ha insegnato Angelo Rossi, che ha portato in alto il nome degli alpini di Thiene’.
‘Ci mancheranno le sue barzellette – lo ricorda l’ufficiale degli Alpini Giancarlo Binotto, fondatore del Coro degli Alpini – con Angelo ho condiviso una porzione di vita. La sua morte è una grande perdita. Di lui ricorderò sempre la grinta, la spigliatezza nel raccontare aneddoti e quel forte senso di appartenenza ad un corpo che lo contraddistingueva in ogni circostanza. E’ stato grande fino alla fine nella convivenza con la sua malattia. Ricordo che stava già male ed era stato invitato ad una serata a Piovene Rocchette. Raccolse le forze per presenziare all’evento e leggere la preghiera’.
Natalia Bandiera
Angelo Rossi è …”andato avanti” ed è per me difficile poter riassumere in poche righe il ricordo di una persona che ha racchiuso in sè così tante componenti e sfaccettature.
Di una cosa sono comunque certo; il ricordo dell’Uomo Angelo Rossi non può essere disgiunto dal ricordo dell’Alpino Angelo Rossi. I due aspetti sono del tutto imprescindibili e formano un tutt’uno indissolubile.
La Sua integrità morale, di uomo integerrimo e rispettoso delle regole, non so se l’abbia appresa o rafforzata durante il servizio militare quale Ufficiale nel corpo degli Alpini, ma di una cosa sono certo che, in Angelo, questa era una precisa e forte connotazione del Suo essere, che era,al tempo stesso di uomo colto, cittadino esemplare e ricercatore storico.
Lui ha sempre creduto nei profondi valori che stanno alla base della civile convivenza e nei fondamenti dell’etica e dello spirito alpino (la cosiddetta alpinità) di cui ne è sempre stato un chiaro esempio. Questi valori li ha saputi sempre manifestare, trasmettere e difendere, forte della Sua spiccata personalità, di fronte a tutto e a tutti, dimostrandosi in questo un uomo tutto d’un pezzo, mai disponibile a facili compromessi.
Era apprezzato dai Suoi alpini per l’incredibile memoria di fatti, date e avvenimenti storici, in particolare della storia alpina e, nell’esporli, affioravano in Lui un grande orgoglio misto a sincera e profonda commozione.
Sapeva parlare a tutti con grande sincerità e autorevolezza e aveva il grande dono di sapersi sempre adeguatamente rapportare con i Suoi interlocutori, fossero un importante uomo politico, un ufficiale superiore o dei ragazzi di scuola.
Questi ultimi erano talmente presi dai Suoi racconti, che sapeva sempre arricchire di particolari e simpatici aneddoti, che restavano sempre “a bocca aperta” nell’ascoltarlo e uscivano sempre favorevolmente colpiti e motivati e certamente arricchiti dai Suoi insegnamenti di vita.
Mi piace pensare che ora Angelo, sia felice nel Paradiso di Cantore dove riposano tutti gli Alpini andati avanti, attorniato da tanti fratelli con la penna sul cappello ai quali si diverte nel raccontare le Sue piccanti barzellette.
Noi Alpini del Gruppo Thiene abbiamo perduto una guida, un sicuro punto di riferimento ed un grande amico:
Il Suo ricordo resterà perenne nei nostri cuori.
Riposa in pace, sig. Tenente.
Francesco Pronio
Trasmettitore Alpino del Gruppo Alpini di Thiene