Basta recarsi allo sportello della Casa del Consumatore di Marano per comprendere quel mondo sommerso di dolore e di disagio psicologico, che fa da contorno alla vicenda della crisi. Stare fuori alla porta del piccolo ufficio messo a disposizione del Comune, che è stato il primo ad accorrere in aiuto degli azionisti massacrati economicamente e moralmente da quello che può essere definito un dramma sociale che sta investendo non solo la provincia di Vicenza, ma tutto il Veneto, è un cazzotto nello stomaco.
Ad attendere di incontrare la responsabile Elena Bertorelli ed i volontari che la aiutano tutti i giorni, sono davvero in tanti. Di tutte l’età e di tutti i ceti sociali.
Testa bassa e sguardo quasi impersonale. Dolore portato nel cuore con la dignità tipica del popolo veneto, quello che soffre in silenzio e non è capace di ribellarsi.
elena bertorelliNei loro volti un misto di rassegnazione e speranza di potere recuperare qualcosa di tutti quei risparmi di una vita, e improvvisamente inceneriti sul rogo di una banca che era la loro banca. Beni che rappresentano una vita di sacrificio, così come era nello stile delle vecchie generazioni: tutte prese a fare le formiche.  Alfredo Filippi, 67 anni, scledense di Poleo è uno dei tanti dell’esercito di azionisti che hanno perso tutto. Ex infermiere, padre di due figli e nonno 4 volte. Basta guardarlo negli occhi pochi istanti per comprendere che si tratta di  uomo di forte personalità. Un combattente della vita, con la passione delle auto storiche. Il classico padre di famiglia che ha condotto un’esistenza in nome del risparmio. Che si è privato dei lussi e del superfluo nella speranza di un futuro più agiato, senza preoccupazioni, già che ironia, senza preoccupazioni. 
 Che non ha mai viaggiato pensando che il premio della vita sarebbe arrivato con la pensione, quando con la moglie avrebbe preso un aereo per fare quel viaggio di nozze che le coppie della scorsa generazione non hanno fatto per pensare prima ai figli, a mettere via i soldi per l’acquisto della casa, rimandando il ‘piacere’ a tempi che per Alfredo non ci saranno. Perchè quel viaggio che voleva fare con la sua compagna, con il suo grande amore, con l’impeccabile madre dei suoi figli, non lo potrà fare. Quella banca a cui aveva affidato tutti i suoi averi glieli ha mandati in fumo e ora lui si rammarica, ripetendo di non essere stato attento, di essersi fidato troppo.
Signor Filippi, quando ha capito di avere perso tutto?
Nel 2010 ero già stato in banca, sportello di Schio, perchè volevo acquistare un pezzo di terreno. Mi sento proporre un finanziamento e vengo scoraggiato nell’intento di comperare quella terra. Nel 2013, ritorno in banca perchè avevo bisogno di cambiare l’auto. Avevo un vecchio Espace 2000, si era presentata l’occasione di un Suv. Mi sento rispondere che non posso prendere un euro dei miei sogni. E’ iniziato lì il mio incubo. Ho chiesto all’impiegato di consegnarmi tutta la mia documentazione. Pensi che mi hanno fatto persino pagare le fotocopie….
alfredo filippiSignor Alfredo, che sensazione ha provato ?
Mi sono sentito derubato. Come se i ladri fossero entrati in casa mia…
C’è chi vi accusa di essere  stati degli speculatori….
Questo è pazzesco. I miei erano risparmi riposti in un deposito e l’articolo 47 sottoscritto con la banca recita  chiaro a tutela del risparmiatore.
Come ha reagito?
Le confesso che faccio ancora fatica a parlarne, ma l’associazione Casa del Consumatore mi sta aiutando molto perchè rappresenta un punto di riferimento per affrontare questo momento che sto condividendo con chi ha avuto la mia stessa sorte. Ma non tutti hanno reagito con la mia stessa grinta. C’è chi nel frattempo si è ammalato e non ha voglia di lottare. C’è rassegnazione e chiusura. C’è un silenzio che fa male e molti, troppi, non partecipano nemmeno alle iniziative dell’associazione per tentare di salvare in salvabile. Come se prevalesse un senso di sconfitta, che unito alla rabbia, alla delusione dell’inganno e alla consapevolezza di aver avuto fiducia in chi ti ha tradito, si trasforma in un dramma nel dramma.
E sua moglie?
 
Mi è accanto come una grande donna deve fare con il suo uomo, ma inizialmente c’è stato qualche conflitto, naturale per una famiglia che dopo aver risparmiato  tutta la vita si ritrova con un pugno di mosche in mano. A quel viaggio ci teneva più lei, probabilmente, ed io mi danno perchè forse  non sa quanto avrei voluto farglielo fare e cosa darei per tornare indietro e condurre una vita senza l’ansia per quei risparmi cancellati dall’oggi al domani, distruggendo ogni aspettativa. Quel viaggio di nozze lo avrei fatto sicuramente prima se avessi saputo. Ma sa, noi genitori di un tempo, siamo vissuti con la missione di mettere da parte. La banca era una cassaforte sicura per me, come per tutti gli azionisti della Bpvi, che fino a qualche anno fa, mai avrebbero immaginato un crac del genere. Qualcosa che nessuno poteva presagire perchè fare parte di questa banca era come un privilegio, come un contribuire al bene del territorio. Uno scrigno sicuro. Solido e con ai vertici persone a cui avevamo riposto tutta la nostra fiducia.
 
E ora?
 
Si va avanti, certamente non accetterò la negoziazione dei 9 euro: una proposta indecente. Continuerò a lottare con quel senso di giustizia che ha contraddistinto la mia persona da sempre. Quello che è accaduto ha lasciato un segno indelebile, che mi ha segnato, ma che non mi ha abbatutto.
 
 
Natalia Bandiera
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