“Fatta la legge trovato l’inganno, un inganno che pagheranno a caro prezzo tutti i cittadini italiani” così Nicola Finco capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale commenta la notizia relativa all’unione civile a Schio tra due persone dello stesso sesso che si definiscono amici ma non omosessuali che hanno deciso di sfruttare la legge Cirinnà esclusivamente per motivi di convenienza.

“Con questa legge è stato dato un assist formidabile a tutti i furbetti che approfitteranno di questa situazione. Questa vicenda testimonia il fallimento della legge Cirinnà, una legge che non tutela la vera famiglia e che fa spendere soldi allo Stato per pagare reversibilità che non hanno senso – sottolinea Finco – Questo è un motivo in più per i sindaci della Lega Nord per continuare a praticare l’obiezione di coscienza sulle unioni civili”.

La storia

Gianni e Piero, conviventi da anni ma “solo amici”, hanno deciso di unirsi civilmente sabato prossimo a Schio, nel vicentino. “Non siamo gay” hanno precisato, spiegando che la loro è una scelta di pura convenienza. I due sono convinti che l’unione civile consentirà loro di accedere a diritti che sarebbero loro negati altrimenti e di risolvere problemi pratici. Vivono in un Comune vicino a Schio, hanno scelto quest’ultimo perché qui hanno potuto sbrigare le pratiche necessarie velocemente, nonostante il sindaco sia contrario alle unioni omosessuali. La loro scelta non scandalizza Monica Cirinnà, ‘madre’ della legge sulle unioni civili. “Anche una donna si può sposare con un uomo che non ama, per convenienza”.
“Penso che comunque la legge consenta la libertà ai cittadini di farlo” commenta. Critico Aurelio Mancuso, leader storico della comunità omosessuale italiana, che ha definito i due “furbacchioni”.

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