Arsiero aspira senza dubbio ad entrare nel guinnes dei primati. Nel consiglio comunale di domani sarà discussa la variante urbanistica che sta creando da più di un anno non poco malumore, tanto che ben 112 cittadini hanno presentato una osservazione ufficiale alla quale il sindaco deve dare risposta.
A far smuovere 112 cittadini in un comune come Arsiero che Milano non è, non è una variante al piano urbanistico come tutte le altre. Inserita nella prima modifica al piano degli interventi, che ha lo scopo di definire in ogni paese l’assetto urbanistico del futuro, interessa la zona dove ha sede l’associazione musulmana Issalam e da molti quindi bollata come futuro nucleo della prima ‘moschea’ della Valdastico.
E’ inutile negare, a torto o a ragione, che a questi cittadini arsieresi la variante puzza di ‘favoreggiamento’ verso una associazione che a febbraio 2014 ha acquistato all’asta un capannone in via Castrente, a fianco del supermercato A&O, e ne ha fatto la sede dei suoi circa 40 iscritti. Ne è convinta l’ex vicesindaco Carla Nassi, ora capogruppo di minoranza di ‘Arsiero domani’, che ha coordinato la ‘mobilitazione’.
‘Adesso sono veramente arrabbiata – ha detto Nassi scartabellando nervosamente i documenti relativi al piano degli interventi – e nel consiglio di martedì non resterò zitta. La modifica proposta dal sindaco Occhino è grave perché, mentre adesso la zona dove ha sede l’associazione ha una destinazione d’uso di tipo commerciale, con la variante dell’articolo 18 che andrà ad approvare, Issalam potrà usare il capannone come sede di una associazione culturale aperta al pubblico, non solo di tipo privato come lo è ora. Inoltre sembra anche che, di recente, Issalam abbia cambiato il suo statuto per fungere anche da ‘supporto linguistico’ per gli stranieri. Sono ben consapevole che non si stravolge il tessuto urbanistico di Arsiero, ma ne sarà stravolto il tessuto sociale’.
Definito ancora nei primi anni 80, l’articolo 18 delle norme tecniche di attuazione del piano degli interventi del comune di Arsiero prevedeva che le attività ‘commerciali, direzionali e ricettive’ dovessero essere vincolate alla residenza. In parole povere, si permetteva al cittadino che lo desiderava di poter creare una ‘bottega sotto casa’, oppure una casa vicino al luogo di lavoro. Con la modifica proposta dall’amministrazione questo vincolo non esisterebbe più, permettendo che nel capannone di via Castrente si possa ospitare una attività culturale con annessi e connessi senza che sia necessario avere la residenza nell’abitazione vicina (cosa che infatti l’associazione Issalam al momento non ha).
‘E non si tratta ‘solo’ di 40 iscritti – ha aggiunto l’ex vicesindaco – ma di 40 famiglie, composte anche da numerosi figli. I problemi di viabilità non vanno presi sottogamba. Ci sono pochi posti auto, se tutti questi vengono occupati, in una zona come quella con una piccola strada come accesso, il pericolo che i mezzi di soccorso non possano fare il loro dovere è reale, anche per i membri della stessa associazione’.
Marta Boriero