“Con l’abbattimento dell’Ibis eremita maschio di cinque anni in quel di Montecchio Precalcino, in migrazione dall’Austria per raggiungere l’Oasi di Orbetello, il Veneto rischia di diventare a pieno titolo una delle ‘Regioni canaglia’ in tema di bracconaggio”.
Con queste parole, il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni ha commentato “un atto di vile bracconaggio effettuato da qualche cacciatore locale, che va ad aggiungersi ad un già grave quadro che vede il Veneto avere uno degli otto ‘black spot’, ovvero un punto caldo del bracconaggio in Italia, individuato nel Delta del Po”.
“Il Veneto – prosegue l’esponente PD – è una Regione dove si utilizzano, nella caccia, mezzi vietati, come reti e richiami acustici, dove avviene l’uccisione di specie protette e dove si superano i limiti dei carnieri di caccia”.
“Questo – spiega Zanoni – è il quadro che emerge dal ‘Piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli animali selvatici e il bracconaggio’, diramato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, nella persona del Direttore Generale Maria Concetta Garritano, in data 8 agosto 2016”.
“Il succitato Piano d’azione – rende noto il consigliere regionale – è uno strumento coordinato con l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) finalizzato a superare possibili sanzioni dell’Unione Europea che, sul bracconaggio in Italia, ha aperto un caso ‘EU Pilot’ per la violazione della Direttiva Uccelli, la n. 147/2009/UE”.
“L’Ibis eremita- spiega Zanoni- già estinto in Europa, è stato reintrodotto grazie al progetto Waldrapp, finanziato dall’Unione Europea, ovvero dai cittadini europei, con 2.179.000 euro più altri contributi da parte di regioni austriache ed associazioni europee, per un totale di 4.300.000 euro, ed è presente oggi in Europa con poco più di un centinaio di soggetti”.
“L’Ibis eremita – prosegue l’esponente democratico – è un migratore di grande taglia, nero con un becco rosso lungo ed incurvato, e perciò risulta impossibile confonderlo con qualsiasi altro uccello cacciabile; la sua uccisione è stata, pertanto, un atto deliberato da parte di un cacciatore, come confermano le radiografie che hanno accertato la presenza dei pallini da caccia”.
“Fino a quando – continua Zanoni – le attuali forme di vigilanza venatoria non riusciranno a garantire l’incolumità di questo patrimonio internazionale costituito dagli ultimi Ibis eremita presenti sul continente europeo, e in attesa che gli inquirenti identifichino il responsabile, credo che il Presidente della Giunta regionale dovrebbe vietare con decreto la caccia in tutte le rotte migratorie seguite dagli Ibis eremita all’interno del territorio veneto”.
“Spero – si augura il consigliere regionale – che questo criminale venga individuato presto, attraverso lo svolgimento di indagini articolate nel territorio, dato che l’esemplare ucciso era munito di GPS e che tutti i cacciatori utilizzano il cellulare”.
“Pertanto – conclude Andrea Zanoni – basta individuare i contatti su celle di ripetitori telefonici della zona e incrociarli con gli intestatari della licenza di caccia per arrivare ad un nome ed un cognome, come già accaduto a Livorno, dove un cacciatore è stato processato e condannato per l’abbattimento di un altro Ibis eremita del progetto Waldrapp”.
Stampa questa notizia