Un pessimo azzardo sponsorizzare il gioco d’azzardo

Quando si usano i valori per incrementare gli utili – Il caso della FIGC

“Il gioco è vietato ai minori e può causare dipendenza patologica. Consulta le probabilità di vincita qui oppure sul sito AAMS”, così recita il front pagina del sito di Intralot, appartenente al gruppo italiano di Roma Gamenet, colosso nel settore videogiochi e scommesse. Sempre più lontane le sedi, irraggiungibili, sempre più vicini a noi gli impatti di scelte azzardate.

Altoivicentinoonline scriveva recentemente: “In questi giorni c’è una novità di rilievo. Un importante passo avanti nella lotta contro la dipendenza, che non è dal gioco (ludo), ma da quello specifico tipo di giochi che implica l’azzardo, è stato fatto. In base all’accelerazione in commissione parlamentare sono state prese alcune decisioni che troveranno sostanza nella imminente legge finanziaria. Entro il 2017 saranno ridotte 120.000 punti d’azzardo cominciando da bar e tabaccherie. Ci sarà una doppia riduzione che riguarda macchine e anche luoghi. E’ un orientamento che porterà alla eliminazione completa dicono gli addetti ai lavori. Sono stati distribuiti alle regioni di 50 milioni, come prima tranche, perché localmente si combatta l’azzardopatia”.

Oggi dobbiamo tornare in argomento perché l’onda d’urto creata da chi non ci sta a rassegnarsi nel vedere persone nel disagio essere oggetto di sfruttamento e conseguente arricchimento da parte delle lobby di turno, vede una controffensiva probabilmente attesa, visto che – si sa – ad ogni azione corrisponde una reazione guale e contraria.

schermata-2015-05-19-alle19-19-31Ma che cosa è avvenuto?

In queste ore abbiamo recepito la novità dell’accordo tra FGCI e INTRALOT finalizzato alla sponsorizzazione in ambito calcistico del gioco d’azzardo. Intesa tra giochi? Intreccio di passioni? Di certo incontro di business. La cosa è già sancita e appare nel sito della Federazione ove Intralot siede tra i premium sponsor.

Chi sono esattamente i due attori in “gioco”?

FGCI meglio citata come Federcalcio è una gloriosa organizzazione sorta in Italia nel 1898. Suo compito è dirigere e organizzare l’attività della Nazionale maggiore e delle nazionali giovanili. Inoltre controlla e coordina le leghe che organizzano i campionati professionistici (serie A, B, Pro) e i campionati a carattere dilettantistico di livello interregionale (Lega Nazionale Dilettanti, Divisione Calcio a 5 e calcio femminile). La FIGC promuove inoltre i tornei, le

attività e le iniziative riservate ai settori giovanili. A livello regionale la FIGC agisce attraverso i Comitati Regionali e le Delegazioni Provinciali e Locali.

L’organizzazione è quindi fortemente presente nel territorio e nelle fasce giovanili, come possiamo arguire.

Passiamo a Intralot. Come afferma l’educatore Giovanni Endrizzi stiamo parlando di “un gigante nel settore delle scommesse che si sta insignorendo anche di quello delle slot machine (le famigerate “macchinette” mangiasoldi) – e d’ora in poi, secondo i vertici della Federcalcio, potrà occhieggiare negli allenamenti (tanto quanto nei pre e dopo-partita) ed entrerà in campo con tutte le maglie azzurre disponibili: dall’Under 15 alla Nazionale maggiore”.

E’ veramente una contraddizione che sa di incredibile, questa sinergia tra mondo del calcio, che dovrebbe fare da positivo esempio alla società, e soprattutto ai giovani, e mondo che propone indistintamente, pur nel rispetto di alcune regole burocratiche, un modello che può portare alla dipendenza.

Prosegue Endrizzi, che nel frattempo ha proposto una petizione perché sia rimossa l’intesa: “finiscono sotto il marchio di Azzardopoli campionissimi, aspiranti “numeri uno” del nostro mondo pallonaro e persino giovanissimi calciatori (ragazzi di 15, 16, 17 anni che non possono e non devono neanche accostarsi al sito di Intralot e non possono comunque entrarci). Loro, gli azzurri e gli azzurrini, continueranno ovviamente a fare sport (o a sognare di farlo) a livello di eccellenza, ma si ritroveranno come in un incubo anche a fare spot per il grande affare che svuota le tasche di tanti (soprattutto tra i più poveri), alimenta la piaga dell’usura, diffonde malessere sociale e distrugge salute e ricchezza di persone, famiglie e imprese”.

E qui ci si accorge come in Italia serva quanto prima affrontare anche il tema della pubblicità e del suo uso nel suo insieme, perché la comunicazione pubblicitaria è il carburante che può dare il forte avvio ad ogni iniziativa, nel bene e nel male. E la cosa va affrontata seriamente e complessivamente. Infatti se in agosto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo sullo stop alla pubblicità del gioco d’azzardo considerato legale, ed è resa operativa dalla Legge di Stabilità entrata in vigore 8 mesi fa, per la parte che riguarda l’individuazione dei media specializzati ai fini della pubblicità di giochi con vincite in denaro”, il provvedimento stabilisce che gli spot sull’azzardo cosiddetto legale non potranno andare nella fascia oraria dalle 7 alle 22 sui canali generalisti della Rai (Raiuno, Raidue e Raitre), su quelli di Mediaset (Canale 5, Italia 1 e Retequattro), su La7, Tv8 (la ex Mtv), la Nove (la ex Deejay Tv, di proprieta’ del gruppo Discovery Italia) oltre ai canali tematici indirizzati in via esclusiva o prevalente ai minori. Ma attenzione, alcuni canali per bambini sono di proprietà del Gruppo De Agostini, che a sua volta è proprietario di IGT/Lottomatica. Quali le garanzie?

Uscirne è veramente un’impresa. Fatta la legge trovata la scappatoia? Le magliette degli azzurri? I gadget degli azzurrini? Pare di sì e la FGCI tira in ballo “parole grosse e concetti scintillanti come “affinità di valori” e “cultura della legalità”.

Un parlamentare, Federico Ginato, che lavora per il cambiamento sostanziale della pubblicità ha dichiarato che “mentre in Parlamento chiediamo che ci sia il divieto di pubblicità sui giochi d’azzardo, uno degli operatori del settore viene annunciato come premium sponsor della nazionale di calcio. È un autogol, una contraddizione che in nessun modo può andare di pari passo con la battaglia per il contrasto e la prevenzione della ludopatia che stiamo portando avanti”.

Contiamo in una generale sollevazione, che in parte sta avvenendo, e nella revisione degli accordi già definiti da parte della FIGC.

Purtroppo prosegue l’emergenza tra malattia da gioco e esigenze di business. Queste ultime non si azzardano e non giustificano tutto.

E’ importante mantenere alta la guardia e non rassegnarsi.

Gianni Faccin

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