Nel momento storico dell’antipolitica, dove tutti sbraitano contro tutto per partito preso, ed i politici pensano
di fare campagna elettorale con i social network ed i like che diventano morbosi, intervistare uno come lui ti rincuora.
Può piacere o no, è questione di spessore ed essenza. Perchè capisci che la vera politica, quella fatta di competenze,
di chi ha fatto la gavetta prima di arrivare alla poltrona ed ha sposato la missione amministrativa non per la carega
che porta lo stipendio, ma per autentica passione, un tempo c’è stato. Ed ha lasciato il segno nella città dove, nonostante l’incarico che non c’è più, è ancora stimato. Forse ritenuto ‘sorpassato’, ma ancora apprezzato.
Camillo Cimenti nasce a Thiene nel 1939, figlio dell’onorevole Fiorenzo Cimenti che è stato membro dell’Assemblea Costituente. Respira la Politica fin da giovane e, dopo la laurea in Legge, viene eletto consigliere comunale della DC. Nel 1970 assume l’incarico di capogruppo nell’amministrazione Corrà.
Nel 1975 è Sindaco di Thiene, carica che lascia durante il secondo mandato, nel 1983; nel frattempo è eletto in Consiglio Regionale dove opera fino al 1995 e per 5 anni è Assessore con deleghe all’Urbanistica ed alle Politiche Ambientali. Nel 1989 viene nominato Commissario ad acta per conto del Ministero dell’Ambiente per lo smaltimento dei rifiuti tossici della nave Jolly Rosso. È eletto nuovamente Consigliere Comunale dal 2007 al 2011.
Sono andata a trovarlo a casa e lui mi ha accolta con il garbo di un gentleman, con l’accoglienza di chi
vuole metterti a proprio agio e con il rispetto, che solo le istituzioni di un tempo avevano nei confronti dei giornalisti.
Non ricordo di aver fatto un’intervista così intensa e piena di contenuti negli ultimi cinque anni, abituata ad
amministratori che parlano per slogan populistici, dicendoti quello che hanno imparato che alla gente piace o
quelli che due parole, una dietro l’altra, gliele devi scrivere tu altrimenti non escono dalla loro bocca.
Inizio da un tema attuale, che la stampa non sta trattando adeguatamente, soprattutto per mancanza di
informazioni reali al di là della querelle in consiglio regionale.
Cimenti, lei che quando era in Regione si è battuto con tutte le sue forze per avere dei punti di riferimento sanitari nell’Alto Vicentino ed ha partecipato alla discussione sulla precedente riduzione delle Ulss, cosa sta accadendo all’azienda 4 e che rischi corre?
C’è in questi giorni all’esame del Consiglio Regionale l’ipotesi di unificare la nostra ULSS 4 (Thiene e Schio,
32 Comuni e 190.000 ab.) con la ULSS 3 (Bassano-Asiago, 28 Comuni e 184.000 ab.). Per questa ipotesi di accorpamento dell’area pedemontana, c’è preoccupazione, perché tale scelta non abbia a determinare risposte meno qualificate sui grandi problemi della salute. Ho più volte suggerito, direttamente o indirettamente, ai responsabili di Thiene e di Schio di farsi loro stessi interpreti di questa esigenza con i responsabili regionali. Occorre difendere servizi e professionalità delle nostre strutture ben radicate nel nuovo ospedale di Santorso e coinvolgere in questa tutela del servizio al cittadino i medici e gli operatori sanitari.
Passiamo ad un tema che ha tenuto banco in questi mesi: il forno crematorio. Lei che avrebbe fatto?
Non è un problema che io abbia approfondito. Mi risulta però che l’amministrazione Casarotto avesse già
da tempo avviato il dibattito con una variante urbanistica di ampliamento dell’area cimiteriale e con la predisposizione
del progetto di un Tempio crematorio a Thiene su richiesta della conferenza dei Sindaci dell’ULSS 4.
Sono stato sorpreso che la Giunta comunale sia stata condizionata da un ” burrascoso” incontro in un quartiere; capisco e rispetto le decisioni del Sindaco in un tema così delicato e in un particolare contesto. Non voglio però sfuggire alla domanda.
Per cinque anni ho dovuto, a livello regionale, affrontare il tema dello smaltimento dei rifiuti anche ospedalieri.
Ogni dibattito pubblico si chiudeva con la consueta monotona risposta: è giusto risolvere il problema ma non qui,
non nel mio Comune. E siccome sono stato considerato un decisionista, è chiaro che ho dovuto assumere spesso decisioni impopolari.
Quali sono le caratteristiche che un sindaco o comunque un amministratore deve possedere?
Deve avere idee, fissare obiettivi e perseguire progetti concreti e reali. Non deve ingannare con false promesse
e deve agire per quello che ritiene il meglio per la comunità. Non deve limitarsi a risolvere i problemi di ordinaria
amministrazione. Quando parlo di obiettivi mi riferisco a quel tipo di lavoro che può dare la svolta e lasciare il segno nella città che si governa.
Com’è cambiata la politica oggi rispetto ai tempi in cui Lei era sulla scena facendo la parte del leone?
Ai tempi miei, parlo degli inizi anni 70, c’era la gavetta. Crescevi all’interno di un partito, dove a farla da padrone
c’erano il fermento culturale, lo scambio delle idee, la formazione che sta alla base di quello che poi formerà il
politico, che non può essere buttato nella mischia senza le giuste competenze. Oggi c’è molta improvvisazione e si assiste a consigli comunali dove appaiono l’inesperienza e l’ignoranza di chi sta seduto in poltrona e non sa nemmeno di cosa si sta parlando. Ci si preparava con riunioni di pre consiglio. Che si fosse nella maggioranza o nell”opposizione.
Cosa ne pensa di questo sentimento di antipolitica che si respira a tutti i livelli?
Al sentimento di antipolitica, che rappresenta una deriva pericolosa, si risponde con la politica, con il servizio
disinteressato e generoso alla Comunità che ti ha eletto e che si aspetta progettualità, concretezza e autorevolezza.
Occorre sapere anche dire di no, quando una cosa non si può fare o la proposta non è accettabile, ma se si è
credibili agli occhi di chi chiede, il no viene accettato proprio perché proviene da chi ha competenza e prestigio.
Tra pochi mesi si torna a votare a Thiene per la scadenza del mandato-Casarotto. Cosa consiglia a sindaco e ad
assessori che vogliono riprovarci con una seconda opportunità?
Non intendo dare consigli non richiesti. Esprimo alcune osservazioni. Il Sindaco Casarotto e i suoi collaboratori
hanno lavorato molto in questo primo mandato e hanno acquisito una puntuale conoscenza dei problemi di Thiene
nell’Alto Vicentino. Un eventuale e per me auspicabile secondo mandato deve consentire, come già detto, di selezionare con decisione alcuni obiettivi su grandi temi, concentrare coerentemente l’azione amministrativa e le possibilità economiche, agire con chiarezza e decisione, anche sfidando una necessaria dose di temporanea impopolarità.
Alla fine il cittadino apprezza chi ha il coraggio delle proprie scelte, anche amare e difficili, se rispondono all’interesse della comunità.
A pochi mesi dal voto, non si è fatto ancora avanti uno sfidante di Gianni Casarotto. Che ne pensa?
Sono certo che tra poco emergeranno alcuni sfidanti, vecchi o nuovi; è nell’interesse di Thiene che si apra,
in campagna elettorale, una franca discussione, un utile confronto su tanti temi e sul futuro della città.
Se Casarotto si ricandida forte dell’esperienza di questi anni, del tanto lavoro svolto, del buon rapporto
personale con i cittadini e con un progetto coraggioso e incisivo, penso che non ci siano alternative.
Natalia Bandiera