Sembrava destinato a rimanere solo un sogno, impantanato tra difficoltà tecniche di realizzazione e critiche dei detrattori dell’amministrazione comunale e invece il ponte di corde, sulla Strada del Re di Valli del Pasubio, è diventato realtà e sabato 17 settembre sarà inaugurato (con apertura al pubblico domenica 18).

Anni di progetti e studi e una manciata di giorni per portare a termine una delle opere più ‘attraenti’ e innovative dell’Alto Vicentino, che ha come scopo quello di riaprire un percorso turistico rimasto inaccessibile a causa di una frana, dando allo stesso tempo una ‘botta di vita’ alle potenzialità turistiche dell’intero territorio montano.

“Il ponte di corde, perché non si può definire a tutti gli effetti un ponte tibetano, non è solo un ponte – ha commentato raggiante Armando Cunegato, sindaco di Valli del Pasubio – E’ un punto di incontro tra passato, presente e futuro”.

Nato grazie al progetto Va.Po.Re., un progetto che unisce le collaborazioni dei tre comuni Valli, Posina e Recoaro, il ponte è costato 300mila euro e ha messo fine al problema causato dalla grossa frana sulla Strada del Re, ricomponendo l’anello che unisce l’Ossario Bellavista al Passo di Campogrosso. Un successo dell’amministrazione comunale, che da anni ha sfoderato gli artigli per portare a termine il progetto, risolvendo ostacoli burocratici, dando risposte a problemi tecnici e tappando la bocca a tutti quelli che quel ponte proprio non lo volevano.

“Passato, presente e futuro sono racchiusi tutti in questa stratosferica struttura – ha spiegato Cunegato – La Strada del Re, costruita durante la prima Guerra Mondiale, rappresenta la nostra storia. Le necessità di riaprire l’anello tra Ossario e Campogrosso sono il presente e il forte richiamo turistico è il nostro progetto per il futuro. Sono sicuro che il ponte di corde, con i suoi 105 metri di lunghezza e i 35 di altezza, sarà un punto di osservazione favoloso per chi ama la montagna e vorrà godere della bellezza delle nostre montagne”.

Non è stato facile arrivare all’idea di realizzare il ponte, perché tra le prime ipotesi per ‘sistemare’ la Strada del Re, era stato valutato anche di ricostruire la strada. Una cosa però economicamente improponibile e tecnicamente non sicura, visto che la frana è sempre in movimento.

“Si presentò la possibilità di costruire il ponte di corde e abbiamo colto la palla la balzo – ha proseguito Cunegato – Abbiamo avuto qualche difficoltà, perché in molti si dicevano contrari. Oltre ai lavori per il ponte, varie ditte sono state impegnate per mesi in lavori di chiodatura e messa in sicurezza della Strada del Re, che versava in condizioni di stabilità critiche. Abbiamo poi deciso di intitolare il ponte alla sezione Avis di Schio – ha concluso il sindaco – che è molto legata a quella zona. La loro sezione infatti festeggia quest’anno il 60° della fondazione, nacque in seguito al tragico incidente del 1 settembre 1956, quando una corriera che transitava nella zona dell’attuale ponte di corde scivolò sotto strada. La grande domanda di sangue per salvare i numerosi passeggeri feriti diede infatti il là alla nascita dell’Avis scledense”.

Anna Bianchini

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