Basta con le piste ciclabili, le scuole, le bretelle dell’autostrada e il rilancio del commercio. Il tema principale della prossima campagna elettorale thienese sarà il tempio crematorio.
Si era capito da qualche tempo e se n’è avuta conferma durante l’ultima seduta pre-ferie del consiglio comunale.
Una seduta particolare, iniziata con un minuto di silenzio per le vittime dei recenti attentati e richiesto dal presidente del consiglio Bruno Binotto giusto un paio di ore prima della feroce strage di Nizza.
Una seduta di consiglio dove si è discusso ‘en-passant’ di bilancio, di variazioni di bilancio che prevedono stanziamenti per la sicurezza e il commercio, di oneri di urbanizzazione usati per tamponare i tagli imposti da Roma, che creano nelle casse di Thiene un ammanco di 400mila euro al quale nessuno era pronto a far fronte.
Chissenefrega di tutto ciò. A Thiene interessa il tempio crematorio che, nello specifico, non si farà, con il benestare dell’intero consiglio, maggioranza e minoranza a braccetto. E sarebbe stato quindi un controsenso parlarne per oltre un’ora, con tutti i consiglieri coinvolti nel dire la loro e nell’appoggiare o attaccare, l’amministrazione comunale che prima aveva detto ‘sì’ e poi ha fermato il
progetto.
Sarebbe stato un controsenso, se non si fosse alla vigilia della campagna elettorale, data che impone la ricerca di un argomento populista, di facile comprensione, che scaldi i cuori delle folle con temi come morte ed ecologia, senza richiedere grandi competenze amministrative.
Il tempio crematorio che non si farà, è stato perfino in grado di ‘richiamare’ pubblico in municipio, luogo che di solito durante le sedute di consiglio, vede solo gli amministratori, i tecnici e i giornalisti. Invece ieri in prima fila c’erano una decina di persone, quelli del ‘comitato del no’ al tempio crematorio, presenti pur sapendo che il no era già stato deciso. Tutti in prima fila, ma giusto il tempo di prendersi il merito di aver fatto vacillare l’amministrazione comunale con quello che sembrava un cavallo di battaglia da cavalcare alla grande e che invece si è rivelato un boomerang da sotterrare il più velocemente possibile. In prima fila in pochi, come si fa sulle pagine Facebook, dove chi vuole far vedere di essere ‘contro’ sbraita e urla, mentre la maggioranza tace e riflette per conto suo. Poche persone presenti, rispetto ai 23mila abitanti di Thiene, la maggioranza dei quali in età di voto.
Rispondendo a Roberto Frau, capogruppo di minoranza di CentroDestra Thiene, Casarotto ha ripetuto le motivazioni che hanno portato a dire ‘stop’ al progetto del tempio crematorio, che avrebbe dovuto essere costruito in project financing a ridosso del cimitero cittadino. “Regione Veneto non ha una legge in materia e se analizziamo le regole di Regione Lombardia in termini di vicinanza del tempio ai luoghi abitati, non saremmo a norma – ha spiegato il primo cittadino – Inoltre, dobbiamo fare una valutazione della salubrità dell’aria e uno studio approfondito sull’impatto del forno crematorio”. Le perplessità dell’amministrazione comunale, che sostiene l’eccellenza del tempio crematorio in fatto di tecnologia, è nata dopo che alcuni cittadini si sono uniti in comitato e hanno indetto riunioni pubbliche per manifestare il dissenso al tempio. Un incontro in particolare, organizzato ai Cappuccini e al quale hanno partecipato sindaco e assessori competenti, durante il quale, relatori chiamati in causa e cittadini allarmati hanno dichiarato la pericolosità del tempio in fatto di inquinamento. “Il tempio è stato fermato per proteste dei cittadini e non per la progettualità dell’amministrazione – ha spiegato Frau – In realtà, le motivazioni che vi hanno portato a fermare il progetto avrebbero dovuto essere analizzate prima. Avete detto ‘no’ per debolezza, non per capacità di leadership e questo dimostra che la scelta di fare il tempio crematorio era stata presa con leggerezza”. Alla fine però, anche Frau si è detto contento dello ‘stop’ al progetto, al project financing e alla variante di costruzione. Felici anche Orazio Comberlato e Alessia Gamba, del Movimento 5 Stelle, favorevoli alla cremazione come sistema di ‘smaltimento salme’ ma non alla location scelta a Thiene. “Troppo vicino alle scuole e alle case”, hanno commentato i grillini. E a poco sono valse le parole di Casarotto, che ha ricordato che il tempio crematorio di Vicenza è in pieno centro e tutti sono d’accordo nel raddoppiarlo. Visto che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, le parole sono volate al vento, perché evidentemente a Thiene, il comitato del ‘no’ ha spinto sulle leve giuste.
Dino Zerbo, consigliere di maggioranza, ha invitato a organizzare un referendum popolare per far decidere ai cittadini che cosa vogliono, mentre Antonello Amatori della Lega Nord, di solito restio ad esprimersi, si è lanciato in un monologo a favore del ‘no al tempio crematorio’ con tanto di epilogo con rialzo della voce “è un inquinante”. E Paolo Trevisi ha posto un quesito: “Se i cittadini fossero stati zitti, il tempio sarebbe stato fatto?”
A riportare il dialogo su posizioni intermedie, ci ha pensato Maurizio Fanton, assessore al Sociale. Uno che non parla mai, che dosa i termini e si esprime con un fare ‘gigione’ che a volte cozza con l’altezzosità di Thiene. Ma che ha detto cose che dovrebbero far riflettere, perché ragionare di pancia va bene quando si è innamorati o si comperano un paio di scarpe, ma quando si tratta di salute, amministrazione e pianificazione di un’area cimiteriale, è un altro paio di maniche.
“La salute dell’aria non si ottiene con un semplice ‘no’ al tempio crematorio – ha sottolineato Fanton – Dobbiamo pensare alla salubrità dell’aria quando ci mettiamo al volante della nostra auto per fare 10 metri, quando accendiamo a manetta le stufe a pellet (note come super inquinanti) o gettiamo i rifiuti senza rispettare le regole. Se l’amministrazione deve avere a cuore l’aria che respirano i cittadini – ha concluso Fanton – lo stesso devono fare i cittadini, per sé stessi e per il prossimo”.
Una frecciatina diretta alle mamme forse, ma di sicuro diretta a tutti, presenti o assenti, invitati a fare una riflessione. Perché alcune persone che si preoccupano per l’aria che respirano i loro figli, spesso sono le prime a usare l’auto per accompagnarli a 30 metri da casa. Sono le stesse che poi accendono una sigaretta dietro l’altra e spruzzano deodoranti e detersivi in ogni dove. E magari sono quelle stesse persone che, se devono aspettare giorni per cremare un parente defunto, facendo avanti e indietro da Vicenza, fanno il diavolo a quattro invocando velocità e rispetto per il prolungamento del dolore procurato dalle interminabili liste d’attesa.
Anna Bianchini