I dati diffusi da Angelo Marcello Cardani, presidente di Agcom, parlano chiaro: l’editoria italiana ha preso la strada del declino e non riesce a risalite la china.

In occasione dell’annuale relazione al Parlamento, l’Autorità Garante ha messo in luce tutte le pecche del sistema di informazione italiano, segnalando quali sono le tendenze del mercato.

Un dato è drammaticamente evidente, l’editoria italiana attraversa un profondo momento di crisi. I quotidiani spariscono dal mercato e diminuendo la presenza del più tradizionale dei canali d’informazione è messa a rischio anche la qualità del servizio, diminuendo contestualmente l’offerta di riflessioni diversificati e contenuti. I ricavati complessivi dall’attività editoriali ammontano ad un misero 5%, una goccia nell’oceano dei grandi dell’informazione.

Quest’ultimi sono Sky, Rai e Mediaset, un “triumvirato” che monopolizza il settore incassando il 90% dei ricavi complessivi. Tuttavia è Sky a restare sul podio con una quota del 32,5% (in calo di 1 punto sul 2014); Mediaset è ancora seconda con il 28,4% (+0,4%), tallonata da Rai con il 27,8% (+0,3%). Poi Discovery con il 2,3% (+0,3%) e il gruppo Cairo con l’1,5% (-0,2%). Gli altri soggetti occupano insieme il 7,4% (+0,1%).

Il 2015 in generale è stato caratterizzato da una flessione dell’acquisto di spazi pubblicitari. L’unico settore dei media ad aver resistito a questa tendenza è la radio. Lo scorso anno ha fatto registrare un aumento del 12%, che in un momento in cui le concessioni statali sono state drasticamente ridotte, rappresenta davvero un enorme traguardo.

Posizioni contrastanti sul fronte di internet. Da un lato il web è riuscito ad aumentare i ricavi, totalizzando nel 2015 circa 1,7 miliardi (che tradotto in percentuale rappresenta un +5,2%), dall’altro i dati Eurostat dimostrano come gli italiani usino ancora poco internet e siano indietro sulla diffusione della banda ultralarga.

I fattori che tengono l’Italia al di sotto della media europea sono diversi: innanzitutto un minor livello di cultura digitale, l’invecchiamento della popolazione e soprattutto, i prezzi che si attestano ancora in media a 1,8% del reddito pro capite, contro 1,3% europeo.

Tutti questi fattori frenano la digitalizzazione dell’Italia dove nel 2015, sempre secondo Eurostat, il 28% della popolazione non ha mai usato internet, quasi il doppia della percentuale media europea.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia