Il nuovo assetto organizzativo della Protezione Civile regionale sarà strutturalmente potenziato e si articolerà in quattro Unità Organizzative: una dedicata alla Protezione Civile propriamente detta, una all’Antincendio Boschivo, una alla Formazione e una alla Polizia e Sicurezza locale. In questo contesto ci saranno, sotto la supervisione della Direzione centrale, dei nuclei provinciali periferici che troveranno spazio nelle sedi regionali esistenti e seguiranno direttamente le problematiche collegate al territorio e avranno al loro interno, a breve, anche il personale attualmente dedicato alla protezione civile delle Province.
E’ una delle novità annunciate oggi dall’assessore veneto Gianpaolo Bottacin a Belluno facendo il punto sulle attività istituzionali dell’assessorato ad un anno dall’inizio della legislatura regionale, con riferimento anche alle competenze in materia di ambiente, di difesa del suolo e di specificità della provincia di Belluno. Con l’occasione saranno presenti i nuovi dirigenti della Protezione civile regionale Luca Soppelsa e del Genio Civile di Belluno Michele Antonello.
Tra le novità introdotte nella riorganizzazione della Protezione civile, un’apposita Unità Organizzativa dedicata alla formazione dei volontari e del personale degli altri enti locali sostituirà il ruolo del Centro regionale di studio e formazione per la previsione e la prevenzione in materia di protezione civile di cui, con l’accordo unanime di tutte le Province, è stata avviata la messa in liquidazione.
Oltre alla nuova strutturazione, Bottacin ha reso noto che la giunta regionale ha approvato in prima lettura nel mese di giugno anche il disegno di legge per realizzare un sistema integrato di Protezione Civile regionale, che definisca le funzioni e le competenze dei soggetti, adeguatamente organizzati, che operano nel territorio. Nell’impostazione generale vengono evidenziati due aspetti: la gestione delle emergenze, che viene organizzata sulla base di una preventiva individuazione dei possibili scenari di rischio, e il maggior rilievo dato alla prevenzione dei rischi. In tale ambito, coerentemente con la nuova idea di struttura regionale, è ricompreso anche il sistema che opera nella lotta attiva contro gli incendi boschivi, quale parte integrante del sistema di protezione civile.
Tra gli aspetti innovativi, l’assessore ha ricordato anche la nuova legge sulla Commissione regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), approvata in febbraio e unica in Europa a prevedere un parere preventivo: introduce tra l’altro un elemento importante, quello del coinvolgimento degli enti locali nel momento decisionale su questioni particolarmente delicate come le cave, le discariche, gli impianti idroelettrici. La Commissione VIA (che cambierà anche nome, diventando Comitato) continuerà ad esprimere il suo parere tecnico, ma sarà una conferenza di servizi, in cui gli enti locali avranno diritto di voto, a prendere la decisione.
Per quanto riguarda la difesa del suolo, l’assessore ha detto che il Veneto sta proseguendo nella realizzazione dei bacini di laminazione, ma in generale per quanto riguarda gli interventi di mitigazione del rischio idraulico viene seguito un nuovo tipo approccio impostato secondo criteri scientifici legati all’indice di rischio. Negli ultimi anni sono state cantierate 741 opere idrauliche per oltre 900 milioni di euro.
Per quanto riguarda la ristrutturazione del settore, l’assessore ha evidenziato che i Geni Civili riprendono la loro tipica autonomia provinciale. In questo contesto sotto la supervisione della nuova Direzione Operativa le strutture periferiche (Geni Civili e Servizi Forestali) avranno un ruolo molto più tecnico e meno amministrativo in maniera da permettere immediatezza di risposte al territorio senza sovraccaricare gli uffici di incombenze burocratiche. Con questo stesso spirito si è provveduto anche alla rotazione delle dirigenze periferiche,
Bottacin ha infine ricordato che è stato aumentato il budget per le manutenzioni da compiere ad opera dei Geni Civili, nonostante le difficoltà finanziarie e i tagli statali. Con lo stesso provvedimento si è data copertura anche a numerose somme urgenze degli anni precedenti (in particolare quelle in Cadore e in Riviera del Brenta della scorsa estate), in parte intervenendo anche in sostituzione delle mancanze dello Stato. Sono stati impegnati 19,5 milioni euro per il territorio e 21 milioni per i servizi forestali.