La ricerca è frenetica da parte degli scienziati che cercano soluzioni tecnologiche che permettano di riconoscere il sesso dei pulcini prima che le uova si schiudano, evitando così che milioni di maschi di galline ovaiole siano gassati o triturati appena dopo la nascita perché non utilizzabili.

I primi a proporre una tecnologia che potrebbe risolvere il problema sono stati i ricercatori dell’Università di Lipsia, che hanno annunciato per la fine del 2016 la messa a punto di un dispositivo basato sulla spettroscopia in grado di individuare le differenze di genere entro le prime 72 ore di sviluppo dell’embrione, permettendo così di eliminare gli embrioni maschi.
Il test dell’Università di Lipsia individua il sesso del pulcino nelle prime 72 ore di incubazione.
Adesso però sembra che i ricercatori tedeschi possano essere battuti sul tempo da un team olandese che ha annunciato di avere individuato dei biomarcatori che permetterebbero di identificare il sesso dei pulcini al nono giorno di incubazione, ossia circa dodici giorni prima della schiusa. In questo caso è necessario praticare sul guscio dell’uovo un minuscolo foro per raggiungere con un ago sottile la vescicola allantoidea, la sacca che contiene gli scarti prodotti dal metabolismo dell’embrione, prelevando le sostanze da analizzare, sulle quali l’azienda mantiene il riserbo per ragioni commerciali.
Forse non tutti sanno quello che in questo video è documentato e lascia davvero senza parole. Ecco video:

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