Una donna che urla lungo la strada. Un uomo che la insulta e la picchia sotto gli occhi curiosi,  ma indifferenti di tanti passanti. Un fatto di cronaca di quelli che leggi sui giornali e che pensi non ti si possano mai presentare davanti.

Il testimone che lo racconta vuole rimanere anonimo perchè ha presentato denuncia ai Carabinieri e preferisce che sia la giustizia dei tribunali a fare il suo corso, non quella dell’opinione pubblica nè tantomeno dei social network.

Ma due giorni dopo dal delitto della Magliana a Roma, che ha avuto come vittima una donna di soli 22 anni, bruciata viva dal suo ex, ha deciso di raccontare quanto gli è accaduto pochi giorni fa a Schio perché, ha detto,  “Anche lì nessuno è intervenuto per chiedere aiuto e se non mi fossi fermato io chissà che piega avrebbe preso quell’aggressione di cui sono stato testimone”. E’ ancora scosso mentre lo scledense rivive quel dramma in cui lui stesso ha rischiato la propria incolumità per difendere la donna maltrattata.

Il commerciante racconta  che passeggiava con il cane nella zona dove un rumeno stava  prendendo a calci e pugni la sua fidanzata. E’ stata la sua chiamata al 112 a strappare la giovane dalla furia di quel compagno violento, che l’aveva scaraventata sull’asfalto con una violenza brutale. I carabinieri l’hanno subito presa in custodia ma, assicura il suo salvatore, “se quell’uomo avesse avuto un coltello o un’arma di qualsiasi tipo, ora la giovane potrebbe essere morta e nessuno dei passanti (tranne lui) si era fermato per aiutarla”.

“L’episodio di violenza di cui sono stato testimone è durato circa 15 minuti – ha spiegato il commerciante – Un tempo lungo, durante il quale ho visto transitare almeno 10 auto . In molti hanno abbassato il finestrino, hanno buttato l’occhio sulla scena del pestaggio, ma poi si sono allontanati tutti”.

Paura probabilmente, ma questa non è una scusa, perché anche dopo essersi allontanati si potevano chiamare le forze dell’ordine.

“Il fatto che ci fosse una violenta lite in corso era evidente – ha continuato il testimone – Sentendo il rumeno urlare contro la donna e vedendo che la stava prendendo  a calci  mi sono preoccupato. Confesso di aver avuto  paura, ma ho ritenuto doveroso avvicinarmi, nella speranza che vedendomi lui desistesse. Così non è stato e la violenza continuava. Il mio cane ha cominciato ad abbaiare – ha proseguito – e mi sono avvicinato. Ho provato a parlare con quel mostro, ma lui mi insultava e mi gridava di farmi i fatti miei. Che la donna era sua e poteva malmenarla. A un certo punto lei era a terra, con la maglietta strappata e implorava aiuto. Vedevo le auto passare e mi chiedevo perché nessuno si fermasse. Lui era fuori di senno, ma se fossimo stati in 5 o 6 si sarebbe fermato. Finalmente poi sono arrivate due donne e dei ragazzi e la situazione si è calmata definitivamente con l’arrivo dei Carabinieri. Mi auguro che la donna maltratta abbia presentato denuncia contro chi forse abitualmente, la tratta con violenza. Non so nemmeno se lo abbia fatto. Io l’ho fatto come dovere civico’.

“Anche io come  l’intera Italia sono provato da quanto accaduto a Roma a Sara, vittima innocente di un fidanzato violento e dopo quello che ho vissuto con i miei stessi occhi, a due passi da casa – conclude il testimone –  invito le donne a non avere paura e a denunciare qualsiasi forma di maltrattamento. Allo stesso tempo, è dovere di tutti non rimanere fermi , ma informare le forze dell’ordine quando si ritiene che ci possa essere una violenza in atto”.

Anna Bianchini

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