Poco più di un anno fa un devastante terremoto si abbatteva in Nepal, causando la morte di oltre 8mila persone. Un sisma che ha messo in ginocchio un intero Paese, ma che ha anche innescato la solidarietà internazionale per aiutare la popolazione nepalese. Tra questi c’è anche lo scledense Guido Capozzo, che dopo due mesi di volontariato in loco ha realizzato un libro fotografico sul Nepal i cui proventi andranno interamente investiti nella ricostruzione di una scuola.
Il terremoto
Nepal, ore 6.11 del 25 aprile 2015: la terra trema. Un terremoto di proporzioni inimmaginabili in una terra storicamente ad alta sismicità. 7,8° di magnitudo sulla scala Richter con ipocentro appena 15 chilometri sotto terra. Il più grave disastro tellurico nepalese dal 1934 a questa parte, quando i morti allora furono 11mila. A causa di questo cataclisma naturale il Nepal, una delle regioni mondiali più povere in assoluto, è stato messo ulteriormente in ginocchio. Case, scuole, ospedali, infrastrutture sono state irrimediabilmente distrutte.
L’esperienza
All’interno di questo contesto agghiacciante si può trovare un segno, anche se flebile, di speranza. Si può ripartire per esempio dal grande cuore di Guido Capozzo, 32enne libero professionista scledense appassionato di montagna. “Sono stato molte volte in Nepal a fare trekking – dice – e dopo il terremoto sono voluto tornare là per dare una mano. Due mesi di volontariato tra dicembre 2015 e gennaio 2016, nella scuola di Chake del villaggio di Garjun, 2200 metri di altitudine sulla via per il Campo Base dell’Everest. Piccola realtà come tante altre distrutte dal sisma dell’anno scorso”. Con l’amico Emanuele Sbabo il giovane ha insegnato per due mesi l’inglese a una ventina di bambini tra i quattro ed i nove anni. “Abbiamo vissuto con una famiglia nepalese, nella nuova baracca ricostruita dopo il terremoto del 25 aprile 2015 – prosegue Capozzo – e dopo questa meravigliosa esperienza il nostro primo desiderio è stato quello di trovare il modo per aiutare a ricostruire la scuola e di dare la possibilità ai bambini più poveri di proseguire gli studi”.
Il progetto
Animati da questo spirito Guido ed Emanuele hanno curato la redazione di un libro intitolato “Nepal Beauty”, racconto interamente fotografico di quel meraviglioso Paese. “Io sono molto appassionato di fotografia – dice ancora – ed è nata perciò questa idea. In poco più di due mesi abbiamo stampato e venduto oltre 800 copie. Un successo straordinario che non ci aspettavamo, che ci ha spinto a proseguire con questo progetto – conclude – a breve ritorneremo là a consegnare il denaro alla comunità di Garjun, e daremo concretamente una mano a ricostruire la scuola”.
Per chi volesse contribuire a questa iniziativa il libro si può acquistare in tutte le librerie di Schio e nei negozi sportivi legati all’alpinismo.
Federico Pozzer