Mentre tutta la provincia di Vicenza si mobilitava per la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, arrivato ad Asiago in occasione del Centenario, anche sul Monte Pasubio si ricordavano i Caduti.

La celebrazione all’Ossario di Valli del Pasubio, ha visto la presenza dei sindaci Valter Orsi e Armando Cunegato, rispettivamente di Schio e Valli e rappresentanti della Provincia, di Valdagno e di Rovereto.

L’occasione era la celebrazione degli Ossari di Veneto, Trentino e Friuli. Una cerimonia alla quale i primi cittadini del Pasubio e del Novegno hanno voluto presenziare di persona, nonostante a pochi passi ci fosse il capo di stato, perché “Siamo stanchi di vedere ignorate le nostre montagne”.

Niente di personale contro il presidente e nemmeno snobberia, ma solamente l’attaccamento ad un territorio che fatica ad emergere e potrebbe fare molto di più.

“Il comune di Schio era presente ad Asiago – ha spiegato Valter Orsi – ma io personalmente ho preferito andare alla celebrazione sul
Monte Pasubio. Questa parte di territorio viene spesso messa in secondo piano quando invece sono luoghi-chiave nella storia. So che ilIMG-20160524-WA0007 presidente ha fatto un lungo discorso, a tratti molto bello, ma i dispiace che non abbia ritenuto opportuno citare, anche solo in modo veloce, quanto successo su Pasubio e Novegno. Non posso pensare che una parte di storia tanto importante per l’Italia intera venga ignorata e avrei voluto che il capo di stato facesse almeno un cenno, se non addirittura sorvolasse, il Monte Sacro e il monte di Schio”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Armando Cunegato. “L’Altopiano di Asiago, con l’Ortigara e l’Ossario, sono di
pari valore rispetto a Pasubio, Novegno e Monte Cimone – ha commentato il primo cittadino di Valli – Sono dispiaciuto che questa parte di Alto Vicentino venga ignorata o tralasciata, perchè oltre ad esserci scorci meravigliosi, sono luoghi che trasudano storia. E per questo motivo – ha continuato – io vedo una grossa opportunità economica da sfruttare per rilanciare la zona. Non dobbiamo permetterci di far apparire questa parte di territorio come di ‘serie B’, ma dobbiamo puntarci dei riflettori ben tarati per farlo emergere. Dobbiamo insegnare la storia di queste zone ai giovani. Inoltre, perché tutto il territorio sia valorizzato, non dobbiamo sovrapporre gli eventi, ma dobbiamo fare squadra e supportarci l’un l’altro. E voglio anche lanciare una sfida – ha concluso – nel 2018, anno in cui termina il Centenario, a parlare di pace sul Pasubio voglio il Papa”.

A.B.

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