E’ stato inaugurato il rinnovato Parco Rossi a Santorso. Un appuntamento atteso, con la  partecipazione delle istituzioni e associazioni coinvolte, ma anche dei ‘vecchi’ amministratori di Santorso e Schio, rispettivamente Luigi Dalla Via e Piero Menegozzo), che a fianco del parlamentare Federico Ginato e del consigliere regionale Stefano Fracasso e dell’architetto Renzo Priante, autore del rinnovamento, hanno applaudito al taglio del nastro. Il primo aggettivo, dopo ‘bello’, che viene in mente dopo aver visto il polmone verde dell’Altovicentino, è ‘accessibile’.  Il primo cittadino, molto sensibile al tema della disabilità, lo ha voluto sottolineare e chi si reca all’Oasi Rossi può rendersi conto che si è fatto l”impossibile’ per renderlo di facile fruizione a chi non può muoversi bene fisicamente.

Nato tra il 1865 e il 1884, il Parco Rossi è oggi rinnovato, con un sistema di visita user-friendly all’avanguardia e altamente fruibile in autonomia e in sicurezza. L’intervento è stato possibile grazie a un progetto dell’amministrazione comunale co-finanziato da Regione Veneto nell’ambito del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (Fsc) che ha previsto interventi di carattere strutturale (la realizzazione di un percorso accessibile e illuminato) e culturale (la realizzazione di contenuti multimediali che guideranno il visitatore alla scoperta del parco).

Parco Rossi è un giardino romantico che si trova alle pendici del monte Summano. È l’elemento cardine di un sistema complesso che comprende la villa con relativo parco, a monte e il podere modello, a valle. Fondato da Alessandro Rossi e progettato dall’architetto Antonio Caregaro Negrin tra il 1865 e il 1884, è tra i principali esempi di ‘parco paesista’ del nord Italia. Già dall’ingresso si viene accolti da una visione del laghetto circondato da una serie imponente di piante secolari ed esotiche, che creano un ambiente magico e fantastico. Proseguendo, si incontrano tutti gli elementi tipici del giardino ottocentesco: vialetti sinuosi, architetture rustiche, evocazioni archeologiche, giochi d’acqua, masse arboree esotiche e autoctone, composte con spettacolare maestria, per creare un insieme pittoresco in grado di affascinare e di stupire.

Il percorso si compone di diciannove racconti audio tematici, storia, acqua e alberi, che accompagnano l’esplorazione del parco sotto 013forma di una guida multimediale fruibile con smarthphone o tablet. In prossimità di ogni tappa si ricevono sul proprio dispositivo i relativi contenuti: sarà sufficiente premere play per ascoltare i racconti e vedere i video. Il tutto è reso possibile grazie ad un sistema tecnologico di bluetooth beacon disseminati lungo il percorso e una app disponibile in italiano, inglese e Lis (Lingua dei segni italiana). Mescolando il tutto, si ottiene un viaggio a tappe fatto di racconti che sussurrano storie, come ad esempio quella del taxodium, una particolare specie di alberi che inviteranno il visitatore ad ascoltarli e ad esplorarli con le mani, oppure il laghetto, l’elemento chiave del parco, che ne raccoglie le acque e svelerà come scolpire un paesaggio, o ancora quella di Alessandro Rossi, l’imprenditore a capo della più importante industria laniera dell’epoca, giovane e visionario.

“E’ stato un progetto importante – ha commentato Renzo Priante – Il punto più impegnativo è stato trovare il punto d’incrocio tra tutte le esigenze, con l’obbligo che ogni tipo di intervento non fosse visibile”.

Soddisfatto Franco Balzi, sindaco di Santorso, che ha commentato: “Il Parco Rossi sarà una riscoperta anche per i cittadini. Sono orgoglioso per l’accessibilità del parco, perché gli interventi a favore delle persone più deboli diventano un arricchimento per tutta la comunità”.

A.B.

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