“L’Italia libera, l’Italia risorta, questo il valore che festeggiamo ogni 25 aprile”. Con queste parole Luca Cortese, sindaco di Sarcedo, ha aperto il suo discorso all’ombra del Monumento dei Caduti, dopo il saluto ufficiale con la deposizione della corona, spente le note del corpo bandistico cittadino ‘Elia Bassani’.
Poche parole semplici e dirette con le quali ha abbracciato il passato e presente, ricordando tutti quelli che hanno dato la propria vita per la Repubblica e per la democrazia. Che forse troppo spesso viene poco praticata da chi ci dovrebbe rappresentare, ma non solo. Settantuno anni fa la storia fu cambiata dai partigiani proclamando l’insurrezione al fascismo, oggi semplicemente come sottolinea il sindaco Cortese non ci si arrabbia più fino in fondo “Forse oggi abbiamo perso il valore e il senso del regalo che i padri costituenti ci hanno dato” continua nel suo discorso il sindaco Cortese “Noi tutti dobbiamo tornare ad avere il senso della dignità e della giustizia, come fecero gli uomini del ’45”.
Tornare alle radici della storia della democrazia italiana, metter mano a quel coraggio e a quella solidarietà che unirono gli italiani per combattere, ribaltando una dittatura che piegava il paese da più di vent’anni.
Cortese non ha puntato al mero ricordo storico, ma ha spinto sull’insegnamento: “Dobbiamo imparare dal nostro passato, attingere il coraggio totale profuso da coloro che hanno lottato in quegli anni – ha continuato – Ci hanno insegnato a non avere paura e oggi più che mai, nel nostro presente, dobbiamo combattere la fobia del diverso”. Una chiave del discorso di Cortese così attuale, giunta quasi inaspettata alla gente riunita per questa celebrazione, ma che proprio dalla bocca di un arzillo vecchietto con la piuma sul cappello fa uscire un “giusto, bel messaggio”.
Seppur oggi il tema ‘uguaglianza’ susciti contrasti, riaccendendo fiamme vecchie mai del tutto spente, il sindaco Cortese si è appellato all’articolo 3 della Costituzione Italiana: ” Tutti i cittadini hanno pari dignità’ sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà’ e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Tutti uguali quindi, senza discriminazioni nè privilegi, nello splendido equilibrio tra libertà e uguaglianza.
Un appello semplice e diretto, cha ha invitato i cittadini a fare leva su quell’accoglienza che ha sempre caratterizzato il patrimonio genetico degli italiani, contrastare gli echi passati di chiusure che stanno tornando con forza in questi ultimi momenti “Non è costruendo barriere che risolviamo il problema che ha tutte le caratteristiche di un esodo biblico” ha sottolineato Cortese.
Una giornata, questa del 25 aprile, che deve ricordare a ciascuna persona che la storia deve essere fatta dai singoli, impegnandosi. “Dobbiamo essere più partecipi ogni giorno, non disattendendo quei momenti importanti come purtroppo spesso accade – ha continuato Cortese nella sua orazione, riferendosi al recente referendum che la maggior parte degli italiani hanno snobbato – Abbiamo il diritto e il dovere di esercitare quanto i nostri padri costituenti ci hanno consegnato, tra sangue e dolore: la Libertà”.
Libertà che si deve rigenerare o riconquistare, senza farsi abbattere o piangersi addosso.
E’ questo l’invito che il sindaco Luca Cortese ha consegnato alla cittadinanza presente, sfiorando il tricolore che indossa per investitura politica, ma che idealmente dovrebbe essere appuntato come una coccarda sul petto di tutti.
Paola Viero