In principio fu la mutanda. Bianca. L’indumento nato per gli uomini, a coprirne le pudibonda membra, poi, solo a inizio 800, fu usato anche dalle donne, che scoprirono che era meglio la conservazione ‘sotto lino’ del loro scrigno, e nacque così il ‘tubo della decenza’, lunghe brache tubolari prototipi delle mutande.
Oggi, si chiamino mutande o mutandine, slip o tanga, thonghs o perizoma, il risultato è lo stesso: per alcune vanno eliminate. La soppressione del più intimo tra gli indumenti al mondo sta diventando una moda sempre più diffusa. E se prima erano le donne di spettacolo a farne a meno, adesso anche la casalinga disperata, emulazione o scelta ponderata e sofferta che sia, va in giro senza mutande.
Ora, sarà che Sharon Stone ha fatto scuola ( ma non tutte sono Sharon Stone) sarà che l’instinct basic prima o poi doveva venire fuori, fatto è che le donne prima persero la coda e ora le mutande.
E dire che ci eravamo appena abituati al ‘pernullacoprente’ perizoma – che spaccia per parte posteriore dello slip quella striscetta infrachiappa paragonabile a un fastidioso ciglio nell’occhio – che già dobbiamo aprire le nostre menti al nuovo trend del ‘vedo nudo’.
C’è da chiedersi qual è l’arcano motivo che spinge donne di ogni taglia e ceto sociale a rinunciare al grazioso triangolino di stoffa. Immaginiamone alcuni.
1) Senso di libertà? Opinabile:un triangolino non la limita.
2) Piace agli uomini? Discutibile: l’uomo è cacciatore e se la selvaggina la trova subito non prova gusto.
3) Più sexi? Esistono indumenti intimi più sexi dell’esibizione “en plein air” delle parti che ricoprono.
Dunque, a rigor di logica l’ormai diffusa tendenza all’uscita senza mutande non ha valide motivazioni se non la inequivocabile emulazione delle star. Ma va comunque ricordata alle ‘smutandate de noiattri’ la differenza tra loro e la vip: quest’ultima fa mostra del suo intimo essere scendendo da un taxi, la signora Pina lo fa se ruzzola a terra mentre trascina due borse cariche di spesa.
Meditate, signore, meditate.
Patrizia Vita