Col trionfo della grande occasioni Luca Zaia annuncia l’apertura del tratto ‘Thiene-Breganze’ della Pedemontana veneta entro il 2016. Tanta è l’euforia che scalza ogni comunicato ufficiale e affida ad un profilo social le sue parole “Pedemontana veneta è più vicina: i 6 km da Thiene a Breganze percorribili già entro fine anno”. Evitando da bravo politico di ricordare ai cittadini che si tratterà della prima superstrada italiana a pagamento.
Una infrastruttura colossale che sfora non solo le pareti rocciose per costruire gallerie, ma pure i costi nonché il programma dei lavori, generando comitati oppositori che Zaia si guarda bene dall’incontrare, come accaduto pochi mesi fa dando buca al taglio del nastro di un cantiere, evitandosi un faccia a faccia. Dalla sua ha però il Consiglio di Stato che ha rigettato importanti ricorsi di cittadini privati, condannandoli alla rifusione delle spese, spingendo sull’acceleratore i lavori che fino al 2014 risultavano essere in pesante ritardo.
Dati alla mano la pedemontana veneta costerà 3 miliardi di euro, ben superiori all’1,8 miliardi di euro stimati nel progetto del 2009, che la Sis raggruppamento italo-spagnolo esecutore dell’opera dovrà coprire, levati i contributi pubblici che da 245 milioni sono saliti a 627 milioni. Ma pure la copertura finanziaria di Sis che non offriva garanzie sembrerebbe non costituire più un problema, grazie al bond che dovrebbe staccare la banca d’affari JP Morgan.
Una volta terminata la superstrada diventerà fruibile a pagamento, Sis gestirà il pedaggio per 39 anni, ma se anche non ci fosse traffico toccherà alla regione ripianare le eventuali differenze tra il ricavo realizzato e quello previsto nel piano economico finanziario.
Sul fronte delle tempistiche nessun pronostico è stato finora rispettato. La data di consegna lavori per l’intera infrastruttura fissata per il 2016 è già stata spostata di due anni e coi tempi di collaudo, sarà fruibile dal 2019, inconvenienti permettendo.
Nel frattempo chi si trova a circolare sulle complanari, costruite appositamente per deviare il traffico urbano e permettere l’avanzata della pedemontana, deve fare i conti col traffico sempre più congestionato dai camion dei cantieri, da deviazioni, divieti, rotonde che rischiano di mandare in confusione anche il più abile guidatore.
Avanti tutta con escavatrici, asfaltatrici perché il progresso non si deve fermare, perché si deve a discapito dell’ambiente e della vita dei suoi abitanti infilare a tutti i costi una superstrada a pagamento che sarà come un’arteria su un corpo secco, su un territorio sofferente di una crisi economica che nessuno sta aiutando.