Nel giro di un mese, in Veneto i contratti a tempo indeterminato sono crollati del 64%. E se si paragonano al gennaio dello scorso anno, il crollo si assesta al 34%. Dati preoccupanti, che rispecchiano una situazione economica che non fa sperare nulla d buono.

Il dato arriva dal report mensile dell’Osservatorio & Ricerca di Veneto Lavoro sulle dinamiche contrattuali del mercato del lavoro regionale, istituito nel 2015 per iniziativa dell’assessore al lavoro Elena Donazzan con lo scopo di monitorare l’impatto delle novità normative, in particolare del Jobs Act, introdotte nel corso dell’anno.

“Un anno fa le statistiche evidenziavano un anomalo picco di assunzioni – ha commentato  l’assessore Donazzan – infatti il 2015 si è chiuso con 23.766 assunzioni e 16.685 trasformazioni di contratto. Un vero e proprio boom, dettato  dagli incentivi previsti fino al 31 dicembre 2015 (fino a 8.060 euro per tre anni), che hanno indotto gli imprenditori ad anticipare la stipula di rapporti di lavoro già programmati. Ora, per effetto della legge di stabilità 2016 che ha ridotto sia l’importo che la durata delle agevolazioni, prevedendo un massimo di 3.250 euro per due anni,  il saldo positivo di nuovi contratti a tempo indeterminato si riduce a 1.226. Un risultato nettamente inferiore non solo in confronto a dicembre, ma anche rispetto agli stessi mesi degli anni precedenti”. A gennaio 2015 i posti in più erano stati 5.658, in linea con i 5.323 di gennaio 2014.

“Gli incentivi sono uno strumento utile ma determinano delle anomalie”, ha continuato Elena  Donazzan che tuttavia invita ad attendere la fine del 2016 per valutare correttamente gli effetti del Jobs Act sul  mercato del lavoro.

“Solo nel lungo periodo – ha rilevato l’assessore veneto – si potrà capire davvero se e in che modo gli incentivi introdotti con il Jobs Act possano aver influito sul mercato del lavoro regionale, contribuendo a far ripartire l’occupazione”. “Se gli incentivi possono essere attrattivi – conclude –  è pur vero che la priorità per una lungimirante politica di sviluppo dell’economia deve essere incentrata su strumenti atti a rendere le nostre imprese più forti e competitive. A mio giudizio, la riduzione delle tasse e della burocrazia sono misure più efficaci degli incentivi per sostenere l’occupazione e la competitività  delle imprese. In particolare per le imprese venete, che godono di un contesto economico regionale più solido di quello nazionale per propria capacità e per il supporto focalizzato delle politiche regionali”.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia