Tutto sembra tacere, ma la campagna elettorale nella mente di molti è già iniziata. A circa un anno e mezzo dalle prossime amministrative, scatta il toto sindaco e tutto sembra ruotare attorno alla figura di Giovanni Battista Casarotto, che in questo momento, sembra godere dei cosensi del popolo. Ma lui non si sbottona sulla sua eventuale candidatura e alla sua decisione sembrano appese al filo le candidature dei suoi fedelissimi attuali, che non esiterebbero a farsi da parte nel caso il primo cittadino volesse riproporsi per il secondo mandato.
Stima e affetto da parte dei componenti dell’attuale giunta sembrano essere troppo forti rispetto alle ambizioni di assessori come Andrea Zorzan, Alberto Samperi e Giampi Michelusi. Il primo ha dalla sua parte l’appartenenza al partito più forte anche se non a Thiene, da sempre feudo della destra.
Il secondo ha certamente fatto bene durante questo mandato, ma paga i suoi salti di partito che ora lo vedono assieme ad un Nuovo Centro Destra capeggiato da un Alfano che non è così amato e non ha mai registrato numeri significativi.
Il terzo è certamente un amministratore amato e tanto mediatico, ma i suoi assessorati sono anche di facile consenso e non tutti sarebbero pronti a dargli fiducia nel caso volesse aspirare alla prima poltrona della città.
E la Lega di Thiene che fine ha fatto?
Se da un lato l’anno scorso, l’arrivo col botto di Matteo Salvini e la riconferma di Zaia come Governatore del Veneto farebbero pensare ad un entusiasmo leghista con un Carroccio che ha riportato sulla cresta dell’onda un partito che oggi gode di consensi in tutta Italia con un progetto nazionale tutto nuovo, se si pensa al ruolo attuale della Lega thienese, è lapalissiamo il vuoto di tesserati che al di là di qualche volantino e presa di posizione sui profughi, non sono stati in grado di fare altro.
Basta andare a contare le interrogazioni o a guardare le riprese dei consigli comunali per avere conferma di una scarsa attività da parte di una opposizione impantanata su vecchi temi sorpassati. Pare sia stato proposto a Filippo Busin, giovane parlamentare che si sta dando da fare a Roma, di rinunciare all’impegno nazionale e di invesire a livello locale, ma lui avrebbe detto no. Circola insistentemente, ma al momento sono solo chiacciere da bar, anche il nome di Attilio Schneck, che una cosa è certa, non sembra così voglioso di mettersi da parte dopo una vita di politica e incarichi vari. Molti lo danno per sorpassato e qualcuno lo definisce ‘finito’, altri sono disposti a scommettere ancora sulla sua figura carismatica , quella che ti fa pensare alla politica che sa stringerti la mano, ma che è anche il vecchio che in molti non sono più disposti a fare tornare.
Circola anche il nome di Luciano Bassan, medico già assessore della giunta-Busetti.
E infine, ci sono il movimento 5 Stelle e quello degli indipendentisti. Il primo ha dimostrato umiltà e tanta voglia di fare, studiando quello che non conosceva e rimanendo fedele a quei cavalli di battaglia che rendono i grillini ancora credibili e ‘puliti’. Gli indipendentisti alternano momenti di baruffa tra loro con teste calde che si sforzano di apparire combattive e desiderose di fare la propria parte per cambiare le cose, ma che poi, all’atto pratico non riescono a mettersi d’accordo. Rimane la grande assenza di un leader che in questo contesto rende forte Gianni Casarotto, che con l’incapacità di organizzarsi da parte dei vari gruppetti ha tutte le carte in regola per candidarsi per il secondo mandato. Manca al momento una figura di spicco come la sua, sia per quel rispetto-paura di oltraggiarlo sfidando l’uomo per bene, che sa farsi amare per il suo essere rassicurante, sia perchè trovare il Valter Orsi della situazione, capace di ribaltare quello che sembra radicato in una Thiene non tanto disponibile al cambiamento, appare come un’impresa impossibile.
Manca ancora un anno e mezzo ed i giochi sono tutti aperti. In assenza di pedine da muovere sulla scacchiera, non resta che attendere qualche colpo di scena.
Natalia Bandiera