‘Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti’, recitava il titolo di un noto album musicale degli anni ’80.
Trent’anni dopo il sindaco di Posina Andrea Cecchellero deve aver pensato esattamente la stessa cosa e, se vogliamo, la freddura potrebbe anche essere un sarcastico riassunto della lettera che il primo cittadino ha voluto scrivere qualche giorno fa a cuore aperto a Matteo Renzi, per metterlo a conoscenza della situazione paradossale che sta vivendo.
Cecchellero è stato praticamente l’unico a non fare i salti di gioia alla notizia che il governo ha appena provveduto ad eliminare l’odiata Tasi sulla prima casa, istituita nel ‘lontanissimo’ 2014.
Perché Cecchellero, caso più unico che raro nel vicentino, la Tasi non l’aveva mai fatta pagare ai posinati, ‘per non aggravare la situazione economica dei cittadini di un piccolo paese di 500 abitanti’ che hanno un reddito pro capite, come conferma lui stesso, di almeno 25% inferiore a quello degli abitanti della provincia di Vicenza. E per usare sempre le sue parole, si è trattato di ‘una scelta dovuta’.
Ed è qui che per il virtuoso Primo cittadino alla beffa si aggiunge il danno, in un paradosso che farebbe sorridere, se non fosse che Cecchellero, per evitare di applicare la tassa, ha tirato di qua e di là la coperta per arrivare a non aggravare la già problematica situazione economica del piccolo paesino di montagna. Non solo infatti la Tasi è stata appena abolita con la legge di stabilità 208/2015, ma ai comuni che l’avevano istituita verrà restituito l’importo della Tasi stessa.
E’ doveroso alzare almeno un sopracciglio. Posina si vedrà infatti privata 2 volte della somma di 15 mila euro, la prima volta per il mancato afflusso di soldi derivante dal tributo (danno), la seconda perché lo stato non gli rifonderà il mancato introito della tassa, visto che non è mai stata applicata (beffa).
‘Questo significa solo – ha scritto Cecchellero a Renzi – che saranno premiati i sindaci che hanno aumentato le tasse invece di organizzare al meglio i propri servizi partecipando attivamente alla vita del paese e operando in modo diretto a fianco dei dipendenti per diminuire le spese. 15 mila euro erano pochi soldi, caro Presidente, ma davvero fondamentali per il mio comune’.
Marta Boriero