Si chiama vigoressia ed è l’ossessione per i muscoli.
Trascorrere ore e ore in palestra, ogni giorno, aggiunto a steroidi anabolizzanti e tante proteine assunte per favorire l’aumento della massa muscolare, può nascondere un disagio a livello psicologico. Una vera e propria patologia insomma, definita vigoressia da Harrison Pope Jr. Chi ne soffre tende ad isolarsi fino alla depressione.

Questa patologia è nota anche come “Complesso di Adone”, personaggio fascinoso della mitologia greca. Già nel Medioevo, per apparire più muscolosi, gli uomini si imbottivano le maglie con il fieno o indossavano armature voluminose.
La vigoressia altro non è che “anoressia inversa”, ed ecco che rientra anche fra i disturbi dell’alimentazione. Se gli anoressici vogliono vedersi sempre più magri, i vigoressici vogliono vedere il proprio corpo ingrossare.
“Il vigoressico teme sempre di non essere abbastanza grosso e controlla in modo ossessivo il proprio corpo – spiega Riccardo Dalle Grave, responsabile dell’Unità di Riabilitazione Nutrizionale della Casa di Cura Villa Garda -. L’allenamento è continuo: non ci si può permettere pause, non ci si preoccupa per i dolori e i traumi che derivano dall’eccesso di esercizio. Rigorosissime sono le diete, studiate fin nei minimi dettagli”.
I vigoressici inoltre non sopportano quando – per un motivo o per un altro – sono costretti a sacrificare un’ora di allenamento. Odiano anche mostrare agli altri il proprio fisico, che ben nascondono con vestiti larghi.
“Il vigoressico si vergogna del proprio corpo, perché non lo vede abbastanza forte – continua Dalle Grave -. Un ragazzo mi disse che non sarebbe potuto uscire con nessuna ragazza fino a che non avesse avuto i muscoli grandi come quelli dei culturisti che vedeva sulle riviste di body building. In realtà il suo corpo era già allora tale e quale a quello di un culturista”.
I vigoressici seguono anche una dieta abbastanza sbilanciata, troppo ricca di proteine e caratterizzata da integratori alimentari e steroidi anabolizzanti.
“La parte più importante del trattamento è fare capire alla persona che il suo comportamento è indotto da un meccanismo di tipo psicologico e bisogna farle comprendere i danni che ciò comporta – spiega Dalle Grave -. Quindi si utilizza una terapia comportamentale mirata a erodere le regole dietetiche e si lavora sull’immagine corporea”.
“Si ipotizza che la crescente parità fra uomo e donna nelle culture occidentali abbia messo in crisi il maschio, al quale sarebbe rimasto il solo corpo come mezzo per riaffermare la propria mascolinità. In altre parole, la ricerca da parte del maschio di un corpo muscolarizzato rappresenterebbe il tentativo di riappropriarsi del proprio ruolo rispetto alla femmina. Da sempre, del resto, la muscolarità è stata simbolo di virilita, forza, salute, dominanza e resistenza”.

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