“Una proposta che crea più problemi di quanti voglia risolvere”. Così i consiglieri regionali del PD, Stefano Fracasso, Piero Ruzzante e Andrea Zanoni commentano il via libera in Commissione al progetto di legge sulle norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio, che contiene modifiche in particolare per quanto riguarda i luoghi di culto. “Abbiamo votato contro perché quella presentata è una proposta scritta male, che non porta nessun miglioramento rispetto alla situazione attuale ma anzi crea solo più difficoltà. Si vincolano infatti i luoghi di culto e le sedi di associazioni di ispirazione religiosa, anche cattoliche, creando nuova burocrazia pure per gli oratori e le mense della Caritas. Perfino le abitazioni dei ministri di culto o di chi fa servizio, come le perpetue e i sacrestani, vengono sottoposte a vincoli urbanistici. E non mancano pericoli di incostituzionalità come segnalato dalle chiese evangeliche”.
“È stata battezzata come legge anti-moschee ma più precisamente la proposta che Lega e tosiani vogliono portare in Consiglio regionale riguarda tutti i luoghi di culto e non solo – ha scritto Fracasso sul suo profilo facebook – Pure le abitazioni dei “ministri del culto” e di chiunque faccia servizio in o per luoghi di culto, dalle perpetue ai sacrestani, per finire con le sedi delle associazioni di ispirazione religiosa. Tra queste, non ci sono solo le associazioni islamiche ma l’associazione ‘Noi’, che gestisce gli oratori, la Caritas, la San Vincenzo. Per voler bloccare le associazioni islamiche – questo il vero intento dei proponenti della “legge antiperpetue” – si finisce per mettere astrusi parametri urbanistici (strade, parcheggi, distanze… accompagnati da fidejussioni), tutti lasciati alla libera e anarchica definizione dei singoli comuni veneti. Che sono 579. Tutte le confessioni religiose intervenute ieri in commissione – ha concluso – dai musulmani ai valdesi passando per i protestanti, hanno sottolineato gli elementi problematici, anticipando che non esiterebbero a fare ricorso davanti alla Corte nel caso le norme violassero il sacrosanto principio della libertà religiosa. Cosa peraltro già successa nei confronti della legge della Lombardia. Peccato non ci fosse un solo esponente del mondo cattolico di fronte a una norma che avrà, se approvata, evidenti ricadute anche sulle attività delle tante associazioni legate alla chiesa. Ora la discussione si sposterà nell’aula del Consiglio regionale”