“Non bisogna fingere che nella nostra sanità non ci siano problemi”.

La morte di Anna Massignan e del piccolo Leonardo che portava in grembo all’ottavo mese di  gravidanza, non ha lasciato indifferenti i rappresentanti in Regione del Movimento 5 Stelle, che riflettendo sul caso, hanno deciso di presentare un’interrogazione non solo per conoscere le cause dell’episodio, ma per puntare il faro sull’intero sistema sanitario veneto, sul quale ipotizzano tagli nelle risorse o nei turni del personale.

La dottoressa era scivolata sulle scale di casa. Dimessa il giorno dopo, era rientrata all’ospedale di San Bonifacio, ricoverata con febbre alta e dolori. I medici hanno deciso per il parto cesareo, al quale la donna non è sopravvissuta e il giorno dopo, si è spento anche il piccolo Leonardo.

Jacopo Berti, capogruppo del Movimento e vicepresidente della commissione sanità, annuncia un’interrogazione regionale: “Questa futura mamma è stata dimessa durante la vigilia di Natale. Visto che ogni anno durante le feste assistiamo ad episodi di malasanità, stiamo facendo un’interrogazione regionale per conoscere nel dettaglio tutti gli elementi e fare chiarezza: ci sono stati tagli nei turni e nelle risorse a scapito del servizio? O ci sono altri tipi di responsabilità?” Ma non è l’unica tragedia del genere. E’ di poche ore fa del decesso di un’altra mamma, morta durante il parto con il suo neonato all’ospedale di Bassano. Il bilancio si fa davvero inquietante e certi fatti non erano mai appartenuti alla sanità veneta, fiore all’occhiello non solo in Italia, ma in Europa.

Secondo i 5 Stelle del Veneto,  da questi casi su cui la magistratura dovrà fare luce,  la sanità regionale ne esce con le gambe spezzate, facendo una pessima figura.

“Continuiamo a considerare il Veneto un’eccellenza sanitaria – ha spiegato Berti – ma non teniamo conto dei segnali che devono aiutarci a migliorare. Molti non sanno che siamo scesi al settimo posto nella classifica delle sanità regionali, con un punteggio in calo (classifica annuale divulgata a Roma a novembre 2015 relativa all’anno 2014 in base ai livelli essenziali di assistenza, Lea). Dobbiamo quindi osservare con attenzione ogni episodio come quello della dottoressa di Sarego e del suo bambino. Lo dico prima da vicepresidente della quinta commissione nell’interesse della salute di tutti i veneti – ha concluso Berti – e solo in ultimo come membro dell’opposizione ad un governo che vede sempre il bicchiere mezzo pieno in tema di sanità. Davanti a un caso come questo, credo sia impossibile anche per la maggioranza continuare a vedere il bicchiere mezzo pieno.”

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