In relazione alla situazione della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha scritto  una lettera (che si allega al presente comunicato) al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, al Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e al Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi.

 

Situazione Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

 

Preg.mo Signor

Dott. Matteo Renzi

Presidente del Consiglio dei Ministri

Preg.mo Signor

Prof. Pier Carlo Padoan

Ministro dell’Economia e Finanze

Preg.mo Signor

Dott. Ignazio Visco

Governatore della Banca d’Italia

Preg.mo Signor

Prof. Mario Draghi

President of the European Central Bank

 

Pregiatissimi,

la situazione della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, banche popolari venete non quotate, sta suscitando in me grande preoccupazione che condivido con istituzioni, migliaia di risparmiatori e con tutto il mondo imprenditoriale veneto che, dopo la più grave crisi economica dal dopoguerra, sta faticosamente ritrovando la via della ripresa e dello sviluppo.

La Regione non ha alcuna competenza che le consenta di esercitare una qualsiasi azione diretta in materia. Tuttavia, ritengo mio dovere segnalare l’assoluta necessità di avviare percorsi di tutela:

– dei depositanti;

– degli azionisti, soprattutto dei piccoli risparmiatori che hanno talvolta investito in queste banche i risparmi di una vita;

– dei dipendenti e del patrimonio di competenze e di relazioni che essi rappresentano; degli affidati, i quali devono poter contare su rapporti basati sul loro merito di credito e sulla fiducia che essi hanno dimostrato di meritare, onorando i loro impegni senza i condizionamenti che possono derivare dalla necessità per queste banche di ridurre i rischi di credito per affrontare contingenti carenze di patrimonio; più in generale, tutelare quei rapporti di fiducia, di lealtà e di correttezza che debbono caratterizzare la vita economica della nostra regione, che hanno contribuito a determinarne il successo e che rischiano ora di essere gravemente compromessi.

Non voglio prospettare soluzioni miracolistiche che sono, in realtà, irrealizzabili o, peggio ancora, non rispettose di norme e ordinamenti. Né voglio interferire con la difficile azione di chi, per legge, è tenuto a tutelare il risparmio e le imprese.

Voglio tuttavia essere attento, presente e vicino a tanti veneti e, con essi, alle molte imprese che da questa vicenda verranno a subire conseguenze significative, per non dire drammatiche.

Non posso allora non sottolineare come la storia recente sia costellata di casi in cui le regole, sia nell’Unione Europea sia in Italia, sono state applicate con prudenza, senza rigidi ed aprioristici meccanicismi che avrebbero portato a conseguenze peggiori di quelle che si volevano evitare. Basti qui rammentare l’ultimo recente salvataggio di quattro banche regionali italiane, che non sarebbe potuto avvenire senza una forte e concertata azione dei poteri pubblici e dei maggiori istituti di credito nazionali.

Il mio impegno resta interamente volto a favorire la ripresa nel nostro Veneto.

La ripresa, però, matura e si rafforza in un clima di fiducia che non può consolidarsi quando le istituzioni bancarie sono poste continuamente in discussione e sono in difficoltà nello svolgere la loro indispensabile funzione di sostegno creditizio all’economia regionale. Dobbiamo spezzare la

spirale, che si autoalimenta, per cui banche deboli indeboliscono le imprese ed impoveriscono i risparmiatori i quali, a loro volta, finiscono con l’indebolire le stesse banche. Per farlo non bastano le parole e neanche pochi giorni.

Non posso consentire che rischi di essere spazzato via un prezioso patrimonio di professionalità e fiducia se si procederà alla quotazione in Borsa di questi istituti senza che sia stato prima individuato un azionista di riferimento. II problema non è se andare in Borsa o meno, ma se andarci in modo ordinato e con un disegno di prospettiva.

L’alternativa sarebbe una distruzione di capitali e valori sulla pelle di risparmiatori, famiglie, imprenditori, lavoratori. Insomma, della parte più sana della società veneta, quella che ha costituito e costituisce ancora un baluardo contro la crisi, un fattore di ripresa e sviluppo di cui si avvantaggia, non ultimo con un residuo fiscale di oltre 27 miliardi di euro, l’Italia intera.

 

Probabilmente denaro e finanza serviranno assai meno delle garanzie, quelle stesse garanzie della Cassa Depositi e Prestiti che sono state alla base del recente intervento a favore delle quattro banche regionali. Ma le garanzie servono prima e non dopo le crisi, altrimenti arrivano troppo tardi quando molti danni che si potrebbero evitare sono già diventati realtà.

E’ dunque assolutamente indispensabile un intervento forte, si tratti di garanzie o di qualsivoglia altra autorevole iniziativa del Governo o delle Istituzioni preposte alla tutela del risparmio e alla vigilanza bancaria, nel mentre confermo nuovamente la mia disponibilità — che so essere anche di molte altre Istituzioni ed enti locali – a essere coinvolto.

Un intervento in favore del risparmio e delle imprese è imprescindibile, dopo che si sono impegnate per le quattro banche regionali anche le risorse dei prossimi anni e con le regole europee sul bai/ in ormai prossime a entrare in vigore.

La distruzione purificatrice costerebbe molto, molto di più, sia allo Stato sia alla società

veneta.

Cordiali saluti.

dott. Luca Zaia

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