Stefano Callegaro per la prima volta a Piovene Rocchette si presenta accaldato in pantaloni con tasconi e camicia in jeans al mobilificio AR Arredamenti, dove sabato è stato invitato come testimonial.
‘Dov’è il menu?’ Chiede subito al titolare, prima ancora di entrare nella sala dove mostrerà dal vivo il suo talento culinario. Quel talento che gli ha permesso di scalzare gli altri 19 concorrenti della 4° edizione di MasterChef Italia e aggiudicarsi il premio da 100 mila euro.
Delle vicende legali che lo hanno visto negli ultimi mesi al centro di un polverone mediatico guidato da ‘Striscia la notizia’, che lo accusa di non essere stato un cuoco dilettante al momento dell’iscrizione al noto concorso televisivo, non vuole parlare. E’ convinto che presto questa storia che ha impedito al 43enne di Adria di realizzare il suo sogno si chiuderà con la dimostrazione della sua ‘innocenza’.
Stefano, di fronte a lei ci si vergogna di aver pranzato con zucchine lessate… ma nel segreto della sua cucina non si abbassa mai a queste ‘cadute di stile’?
‘Altrochè se mi abbasso, mi abbasso eccome. Sono un consumatore anche di Junk food e non me ne vergogno. Non sono un talebano della cucina, ma un innamorato della cucina. Nelle giuste dosi e modalità c’è spazio per tutti i tipi di piatti. L’importante è lo scopo che vogliamo conseguire, e cioè il gusto ed il nostro benessere’.
Come ha cambiato la sua vita aver vinto l’edizione dei record di MasterChef?
‘E’ stata una avventura che non ho vissuto esclusivamente come possibilità di apparire, non era quello il mio scopo. Ne traggo quotidianamente benefici perché mi ha permesso di realizzare il mio sogno: cambiare da una vita lavorativa da agente immobiliare senza emozioni a una vita fatta solo di emozioni’.
C’è un piatto che ama cucinare di più di tutti gli altri?
‘Non ho dubbi. Il piatto che mi rende più orgoglioso e che più mi rappresenta è senz’altro ‘risi e bisi’, la minestra di riso e piselli della tradizione contadina veneta. Le motivazioni sono molteplici: si tratta del primo piatto che ho cucinato assieme a mia mamma, a 5 anni, e di un piatto che amo mangiare senza stancarmene mai’.
E qual è la sua ‘bestia nera’? La ricetta che non riesce a fare come vorrebbe?
‘C’è un piatto al quale continuo a lavorare e tento di perfezionare di continuo, ma non ho ancora raggiunto il risultato che voglio. Si tratta di spaghetti saltati al burro con emulsione di acciughe allo zenzero, serviti in una zuppa di mozzarella affumicata. Non trovo il giusto equilibrio tra gli ingredienti, in particolare il dosaggio dell’aglio’.
Lei che frequenta spesso i nostri ristoranti, quale ritiene sia l’errore in cui incorrono più comunemente i ristoratori vicentini?
‘E’ quella di non tenere nella dovuta considerazione il cliente pensando solo al profitto. Spesso noto un inutile risparmio sulla materia prima, in particolare la carne. Si può risparmiare evitando di congelare della carne mediocre e imparare a scegliere quella di buona qualità nei posti giusti, ad essere in definitiva più oculati’.
Torniamo alla trasmissione che lo ha reso famoso. Li sente ancora i giudici? Cosa le è rimasto del loro talento?
‘Certo, li sento spesso anche adesso. Carlo Cracco in particolare lo considero un maestro incredibile, ha scritto la storia della cucina. Ha commesso però un errore, quello di aver abbandonato i suoi ristoranti. Lui che è un genio della cucina, è la che dovrebbe essere. Bruno Barbieri invece è un chirurgo, in cucina sembra danzare come Nureyev, è bellissimo da vedere. Se gli dicono di affettare la cipolla in 50 pezzi, lui la affetta in 50 pezzi esatti.’
La sua maggiore invidia va a quale cuoco?
‘Antonino Cannavacciuolo. Ha la capacità di creare dei piatti straordinari come nessuno al mondo, anche utilizzando un unico ingrediente’.
C’è ancora qualcuno che la invita a cena? O sono tutti terrorizzati dal suo giudizio?
‘Sono terrorizzati. Lo noto anche quando vado in un ristorante. Quando entro vedo i cuochi andare in panico totale’.
Non può mancare la domanda: qual è l’ingrediente al quale non potrebbe mai rinunciare?
‘Le spezie. Le uso sempre e non potrei farne a meno’.
E quello da dimenticare?
‘Il durian, un frutto asiatico. Evitatelo.’
Marta Boriero