Ha vegliato la madre morta sul Pasubio chissà per quanto tempo. Sta commuovendo l’intera comunità dell’Alto Vicentino la storia del piccolo camoscio catturato dalla polizia provinciale dopo che un gruppo di escursionisti hanno assistito in diretta alla scena sulla strada Val Canale. Il piccolo era accanto alla madre di circa vent’anni che era morta per cause naturali.
Nel racconto dell’agente di Polizia Provinciale Giancarlo Ferron, intervenuto assieme ad altri colleghi, l’importanza e la delicatezza del salvataggio: “Trovandosi senza guida, il piccolo vegliava il corpo della madre morta continuando a belare, brucando qualche cespuglio nei dintorni ma senza mai allontanarsi. Non sapendo come risolvere la situazione uno dei presenti ha chiamato la Polizia Provinciale. Mentre un escursionista è rimasto in zona per tenere sotto controllo la situazione, gli uomini della Polizia Provinciale sono giunti sul posto dopo un’ora di cammino portandosi appresso anche l’attrezzatura per la cattura dell’animale. Mentre all’inizio il cucciolo sembrava tranquillo e facilmente avvicinabile, quando si è reso conto delle intenzioni degli agenti si è scappato verso una impervia zona rocciosa. È stato quindi necessario narcotizzare i piccolo per riuscire a catturarlo. Gli agenti hanno trasportato il camoscetto in un recinto, per curarlo, rifocillarlo in vista della futura liberazione magari dopo l’inverno”.
L’esame del cadavere della femmina morta ha rivelato che aveva circa venti anni, un’età quasi estrema per questa specie che comunque non le ha impedito di dare alla luce un ultimo cucciolo.