Non si ferma la battaglia amministrativa promossa dai comuni di Fara, Arzignano, Bolzano Vicentino, Marostica, Montecchio Precalcino, San Nazario e Valdagno, che da febbraio sono in trincea contro le Poste Italiane. L’azienda che gestisce le poste nazionali infatti aveva decretato la chiusura di otto uffici periferici in questi  comuni, decisione che ha scatenato le ire e reazioni dei rispettivi sindaci. Dopo mesi di battaglie e ricorsi contro Poste Italiane, sorda ad ogni richiesta, i sette hanno deciso di rivolgersi al Codacons, l’associazione che tutela i diritti dei consumatori, dato che “Con questo provvedimento scriteriato si sta ledendo il diritto alla fruizione di un diritto basilare delle oltre 80mila persone che rappresentiamo”, come hanno rimarcato i primi cittadini.

In una conferenza stampa congiunta alla presenza dei 7 Sindaci è stato quindi invitato in rappresentanza del Codacons l’avvocato Franco Conte, assieme al quale è stata velocemente ripercorsa la storia da aprile ad oggi e cercato uno sbocco per il futuro prossimo. Il tutto è iniziato il 13 febbraio quando Poste Italiane ha informato di voler  chiudere 8 uffici postali nei 7 comuni sopracitati, di cui due a Marostica, il  13 aprile. Dopo accanite proteste e grazie all’intercessione dell’Onorevoli Sbrollini e del Senatore Santini, chiamati in causa dalla lega di comuni, la chiusura è stata sospesa temporaneamente.

Nonostante tutto il 1° luglio è arrivata la conferma lapidaria dei tagli decisi. “A quel punto abbiamo contattato un gruppo di 15 comuni trevigiani che sta vivendo la stessa identica situazione nostra – ha detto Maria Teresa Sperotto, Sindaco di Fara e capofila dei 7 comuni vicentini in battaglia – i quali hanno fatto un ricorso al TAR del Veneto, che si è dichiarato incompetente, rimandando la pratica ai colleghi del Lazio, di cui attendiamo tuttora il responso. Non potevamo rimanere con le mani in mano e vedere una nuova scure calare sui servizi alla popolazione che vive più distante ai centri abitati, per oltre il 70% composta da ultra settantenni spesso in difficoltà a muoversi e ritirare la pensione”.

poste

“Uno dei tanti punti paradossali in questa situazione è che il TAR del Friuli, interrogato in un analogo ricorso dal Comune di Buja, ha dato ragione all’ente locale, sconfessando l’inspiegabile decisione di Poste Italiane – ha poi aggiunto Conte – perché questo è l’aggettivo giusto per descriverla. L’azienda non ha spiegato e continua a non motivare la sua scelta, nascondendosi dietro a una dialettica burocratica agghiacciante, dimostrandosi totalmente insensibile ai bisogni di quelli che sono i suoi fruitori quotidiani, ossia i consumatori, le persone che quotidianamente interagiscono con le poste”. Nei giorni scorsi il Codacons ha scritto una lettera di diffida a Poste Italiane, intimando di annullare le chiusure degli uffici, senza però ottenere risposta. “Tanto per inquadrare meglio la questione – ha proseguito Conte – lo stesso Corrado Passera, ex direttore dell’azienda nazionale, ha sconfessato l’operato degli attuali responsabili, definendo incomprensibile la razionalizzazione in corso”.

“Non ci arrendiamo e proseguiamo a testa bassa – ha concluso Sperotto – forti di una sentenza del Consiglio di Stato che dichiara illegittima la chiusura di un ufficio postale per motivi solamente economici, incoraggiati dalla risoluzione del TAR friulano, fiduciosi che il TAR del Lazio si pronunci in favore dei colleghi trevigiani che poi emuleremo, e soprattutto determinati più che mai a tutelare i nostri concittadini”.

Sull’argomento, ieri, era intervenuto anche il Governatore del Veneto Luca Zaia che manifestando la sua contrarietà alla chiusura degli uffici postali ha dichiarato:“La chiusura di 40 uffici postali in Veneto rischia di penalizzare pesantemente le fasce più deboli della popolazione, che necessitano di un servizio universale e a portata di cittadino. La dilatazione dei tempi di consegna e ritiro è un brutto segnale e ci mette al passo, invece che con i paesi più evoluti, con le isole più isolate degli oceani. Già i disservizi postali sono all’ordine del giorno, che si pensi di rimediare consegnando la posta un giorno ogni due è davvero follia. Mi auguro – nel pieno rispetto delle scelte dell’azienda – che siano riviste le decisioni prese e si possa aprire un confronto con i territori”.

Federico Pozzer

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