“Oggi sono qui prendere atto che la tanto decantata ospitalità diffusa in Veneto ha fallito e che, a fronte di 6.543 persone presenti nelle strutture temporanee, gli immigrati definiti ‘arrivati’ sono ad oggi 16.382. Diecimila persone che sono diventate fantasmi, che nessuno sa chi siano, dove siano, cosa facciano. Ecco perché dico che noi non abbiamo paura del diverso, come superficialmente ci accusano, ma dell’ignoto. Ecco perché, a fronte di una gestione a dir poco improvvisata del fenomeno, la nostra posizione non cambia: siamo disposti ad aiutare donne, bambini, veri sofferenti, non persone in ottima salute, con cellulare di ultima generazione, cuffiette, abiti all’ultima moda, che tutto possono essere meno che profughi e che invece sono in grande maggioranza tra quelli che sono stati messi d’autorità a Eraclea, a Conetta, a Treviso, a Padova, tanto per fare solo qualche esempio”.

Lo ha detto il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia partecipando oggi, in prefettura a Venezia, ad un nuovo vertice sul problema immigrazione, convocato dal Prefetto Domenico Cuttaia e svoltosi alla presenza, tra gli altri, del Prefetto Mario Morcone, Commissario nazionale per la questione, di alcuni Sindaci e Assessori dei Comuni capoluogo, dell’Anci Veneto, delle Province.

“Sono qui anche, per l’ultima volta – ha aggiunto Zaia – a ribadire che la Regione non ha alcun compito di coordinamento, perché non è previsto dalla normativa, perché non lo vuole e perché il nostro no è esplicito fin dal luglio 2014, quando fu raggiunto il famoso accordo tra le altre Regioni e il Governo e quando in nostra assenza (l’Assessore Coletto era a Roma ma per gestire gli argomenti sanitari di sua competenza) un’altra Regione, esercitando in qualche modo un mandato di delega non previsto dalla circostanza, riferì che eravamo d’accordo. Era chiaro che non era così fin dalla riunione dei Presidenti delle Regioni del mattino. E’ ora di finirla con questa storia, e di tentare di scaricare sulla Regione obblighi e compiti che sono del Governo nazionale con una richiesta di coordinamento che non sta né in cielo né in terra”.

“La filiera di comando – ha ricordato Zaia – è da sempre tra Ministero dell’Interno e Prefetti, con i Comuni come terminali. Si ritiene necessario un coordinamento? – ha

detto il Governatore – allora credo che l’Anci, autorevolissimo rappresentante di tutti i Comuni d’Italia e del Veneto, possa costituire la sede ideale e fare in piena autonomia le proprie scelte”.

Zaia ha quindi affrontato il fondamentale tema della sanità: “sia chiaro a tutti – ha detto – che in Veneto assistiamo e curiamo tutti, a prescindere dal colore della pelle, della provenienza, dello status, e che il sistema sanitario territoriale sta sostenendo uno sforzo immane per garantire anche la prevenzione e la profilassi”.

Nel corso dell’incontro, proprio il rappresentante di Anci Veneto ha dato lettura di un documento nel quale, tra l’altro, premesse una serie di condizioni, viene espressa una disponibilità a ragionare di un’accoglienza diffusa basata su un preciso rapporto tra popolazione residente e immigrati.

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