Per chi pensava che la questione profughi avesse trovato un punto d’incontro definitivo tra Sindaci e Prefettura (accogliere un solo migrante per ogni mille abitanti) oggi è arrivata la doccia gelata del Prefetto. Eugenio Soldà, temporeggiando nell’apporre la sua firma al documento proposto dai Sindaci dell’Alto Vicentino, ha dichiarato: “E’ difficile fare promesse sui numeri perché lo Stato non pone limiti all’accoglienza”.

Il suo problema è proprio questo: dal Governo italiano non arrivano indicazioni sul numero previsto di migranti, sulla gestione dell’accoglienza e sulla durata dell’emergenza e tutti i Comuni, collaborino o no, dovranno aprire loro le porte.

Eugenio Soldà, il rappresentante del Governo nella Provincia, di sua mano firmerebbe volentieri la bozza di progetto che la Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 4 gli ha messo in mano questa mattina, ma ha deciso di prendere un pochino di tempo, anche se si è dimostrato fiducioso di riuscire a trovare un compromesso.

“Un profugo ogni mille abitanti” (da sommare a quelli già presenti nei territori) è quello che gli chiedono i 32 Sindaci dell’Alto Vicentino, stanchi di un’emergenza che li vede da mesi in prima linea ad organizzare accoglienze d’emergenza a poveri cristi fuggiti dalla guerra e a tenere tranquilli i loro cittadini che, se sono in difficoltà, devo sbrigarsela da soli.

Franco Balzi, Sindaco di Santorso e capofila per l’Alto Vicentino del Progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e IMG_00002095rifugiati), ha organizzato questa mattina un vero e proprio ‘vertice sull’immigrazione, al quale hanno partecipato il Prefetto di Vicenza Eugenio Soldà, il Questore Gaetano Giampietro, il Presidente della Provincia Achille Variati, i Presidenti delle Conferenze dei Sindaci di Ulss 4, 3, 5 e 6, la Caritas di Padova e Vicenza, le rappresentanze sindacali provinciali e i comandanti delle forze dell’ordine locali.

Scopo dell’incontro, sottoporre al Prefetto, titolare per la provincia dell’emergenza profughi, il ‘Protocollo d’intesa per l’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo e rifugiati nella Provincia di Vicenza’. Un documento elaborato dai primi cittadini nel silenzio tipico di chi lavora e non perde tempo a fare proclami, costruito durante diversi incontri nei quali i primi cittadini hanno unito le forze per dare una risposta concreta alla gestione dell’emergenza profughi. I Sindaci dell’Alto Vicentino non hanno ceduto al populismo di chi si limita a inneggiare ‘sì’ o ‘no’ ai profughi e pur non condividendo le scelte amministrative di un Governo centrale che impone i migranti senza dare informazioni sui numeri dell’accoglienza e su quando questa terminerà, si sono seduti a un tavolo per mettersi a disposizione, chiedendo però  allo Stato di collaborare.

“Richiamando il principio di accoglienza diffusa che prevede piccoli numeri di profughi in piccole strutture, noi Sindaci abbiamo deciso di collaborare e condividere il problema visto he lo Stato non ci aiuta – ha spiegato Balzi – Al momento 26 Comuni su 32 hanno accettato. La logica del protocollo è di uscire dallo stato di emergenza. Chiediamo garanzia che i Sindaci siano coinvolti nella scelta degli immobili destinati all’accoglienza e delle cooperative interpellate a gestire i migranti, in modo che l’interesse primario sia sociale e non economico”.

Soddisfatto della proposta il Prefetto Eugenio Soldà, che ha però voluto, o più probabilmente ha dovuto, fare alcune precisazioni spiegando il perché, al momento, non è possibile promettere numeri precisi: “Il protocollo è un  passo verso una gestione concreta di un’emergenza che ogni giorno diventa più grande. Permette di avere un criterio indicativo sui numeri dell’accoglienza, ma non è una soluzione definitiva. Ci sono troppe variabili che impediscono una promessa ufficiale”.

SoldàCiò a cui si riferisce Soldà è la mancanza di informazioni dallo Stato centrale. “Conosco le difficoltà dei Sindaci – ha spiegato – ma non ci sono deroghe: l’accoglienza deve essere fatta, da chi collabora e anche da chi vuole fare a modo suo. Alla fine, tutti i Comuni accoglieranno. All’inizio io volevo 8 profughi a Comune, ma l’emergenza ci ha travolti e mi sono trovato costretto ad accettare situazioni pesanti. Può essere che io abbia fatto degli errori, ma ero in buona fede e sicuramente non sono Zorro. Ho rischiato di annegare dentro questa emergenza e mi sono aggrappato al primo legnetto che ho trovato – ha continuato, riferendosi alle imposizioni di migranti fatte ad alcuni Comuni e agli accordi sottoscritti con enti privati – Ben venga l’accordo dei Sindaci, lo valuterò e studierò nei dettagli, cercando di rispettare le richieste, ma non è detto che riuscirò a farlo perché dipende dal numero dei profughi che arriveranno e da quando terminerà l’emergenza. Siamo inoltre consapevoli – ha concluso – che il problema dell’immigrazione è strettamente correlato a quello della sicurezza. In questo momento, non siamo nella condizione di fare le scelte migliori per affrontare questa emergenza, possiamo solo scegliere il male minore”.

Anna Bianchini

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