I profughi sono arrivati anche a Velo d’Astico dove qualcuno ha manifestato per il ‘no’, altri per il ‘sì’ e in molti sono rimasti in silenzio a guardare.
Giordano Rossi, il Sindaco di Velo, è uno che non ama parlare per attirare l’attenzione, ma ritrovandosi al centro di una ‘lotta’ tra buoni e cattivi, ha deciso di prendere la parola per chiarire quale sia il suo concetto di ‘solidarietà’.
E per dire chiaro e tondo che “a Velo non ci sono persone inospitali, ci sono solo brave persone, stanche di non essere tenute in giusta considerazione dalle Istituzioni o da chi non si è premurato di manifestare per dimostrare loro solidarietà davanti al drammatico nubifragio che aveva sconquassato il paese”.
Il primo cittadino ha usato la sua pagina personale nel social network Facebook per invitare ad una riflessione su che cosa davvero significhi solidarietà e se essa non debba essere riservata in uguale misura ai cittadini di Velo (e non solo) che hanno bisogno di aiuto e spesso dal loro Sindaco si devono sentir rispondere “Mi dispiace, non ci sono soldi, non la posso aiutare”.
Giordano Rossi ha scritto: “La polemica innescata dai ragazzi che ieri hanno manifestato il loro pensiero a favore dei migranti impone alcune domande e riflessioni. Solidarietà vuol dire accettare che giorno dopo giorno l’intera popolazione africana sbarchi in Italia per venire poi accolta in alberghi o appartamenti, a totale carico dei cittadini? Solidarietà vuol dire accettare che migliaia di persone muoiano in mare assieme alle loro speranze, ingrassando la mafia degli scafisti, sotto lo sguardo assente dello Stato che si limita a raccogliere i sopravvissuti quasi come se fosse una selezione naturale? Solidarietà vuol dire scaricare il problema dell’accoglienza e dell’integrazione nelle mani dei Sindaci, togliendo loro ogni possibilità decisionale o anche solo discrezionale sulle modalità della stessa accoglienza? Solidarietà vuol dire che non c’è limite all’accoglienza perché è sufficiente un accordo fra privati legittimato poi dalle leggi dello Stato, per scaricare, come fossero pacchi postali, un numero illimitato di persone in qualsiasi luogo in possesso di idoneità dell’alloggio? Solidarietà vuol dire avere l’animo afflitto dalla impossibilità di dare, almeno in minima parte risposta ai propri cittadini che spesso disperati, ogni settimana vengono in Municipio a chiedere aiuto perché non ce la fanno più, per poi vedere cittadini stranieri accolti in strutture alberghiere? Solidarietà è porre domande alle Prefetture sui tempi di accoglienza e sul progetto post-accoglienza senza ricevere risposte certe perché nessuno è in grado di fornirle? Solidarietà vuol dire subire passivamente e in silenzio l’assenza totale dello Stato centrale a sostegno dei cittadini e dei comuni?”
Rossi conclude il suo ‘post’ sottolineando anche la mancanza di correttezza dei media televisivi che propongono quotidianamente trasmissioni in cui la differenza tra il ‘sì’ e il ‘no’ ai profughi viene semplificata nel concetto di razzismo. E il primo cittadino punta il dito contro chi si è mobilitato per dimostrare solidarietà ai 7 profughi accolti a Velo. “Quando siamo stati vittima di un drammatico nubifragio – ha commentato – nessuno ha organizzato manifestazioni pubbliche a sostegno dei problemi della gente di Velo, duramente provata sia in termini economici che emotivi. Anche questa sarebbe solidarietà – ha concluso – quella solidarietà che non ha colore politico ma alloggia nelle coscienze degli uomini e dovrebbe essere condivisa, in particolar modo da chi parla tanto di solidarietà”.
Anna Bianchini