I corsi di formazione professionale finanziati con i fondi pubblici sono una cosa utile o solo un business economico per concedere appalti alle società di formazione?
Sergio Berlato si è appena insediato a Venezia e come aveva promesso fin dall’inizio, ha intenzione di lavorare sodo compiendo a dovere il suo mandato, facendo luce sui ‘punti oscuri’ della gestione regionale del danaro pubblico.
E’ per questo che il Consigliere, presidente a Venezia della Terza Commissione, ha inviato quattro interrogazioni alla Giunta di Luca Zaia per fare chiarezza su come vengano impiegati i cospicui fondi pubblici destinati a formare ‘nuove leve’ per il mondo del lavoro.
I corsi di formazione professionale a cui si riferisce Berlato sono quei corsi di studio, che spesso includono uno stage finale di praticantato, a cui si possono iscrivere gratuitamente persone che non frequentano il mondo della scuola o risultano inoccupate o in mobilità. Sono corsi privati, pagati con soldi pubblici, che hanno un costo che si aggira spesso intorno alle migliaia di euro e servono a dare quel ‘qualcosa in più’ in termini di titolo o preparazione a chi, per diversi motivi, non ha ancora una figura professionale certa o ben delineata.
Dei corsi di formazione si occupano strutture incaricate della preparazione degli utenti, che forniscono docenti e si incaricano della gestione dell’eventuale stage. E sono proprio le strutture di formazione a ricevere il compenso dalla Regione, destinato a coprire il costo di ogni corso.
E’ proprio su questo punto che Sergio Berlato, che da Zaia ha ottenuto l’incarico alla formazione professionale, vuole avere delucidazioni.
“Vogliamo chiarire se i fondi destinati alla Formazione professionale vengono impiegati per formare le persone ed avviarle al lavoro o se vengono impiegati per garantire benefici alle strutture che potrebbero far parte di un sistema autoreferenziale che fagocita la maggior parte delle risorse pubbliche per mantenere in vita se stesso anziché garantire adeguate prospettive formative e lavorative a chi ne ha effettivamente bisogno”, ha commentato Berlato.
Con la sua domanda, il presidente della Terza Commissione, punta il faro sul rischio di vedere finanziati più i formatori che gli studenti e non esclude che a volte, le strutture di formazione, possano addirittura essere inesistenti.
“Abbiamo assunto l’impegno di combattere gli sprechi e portare alla luce le varie sacche di malaffare che si annidano nella Pubblica Amministrazione – ha spiegato Berlato. – Ci sono strutture che fagocitano ingenti quantità di risorse pubbliche a danno della collettività. Come abbiamo fatto chiedendo venisse fatta piena luce nelle opere pubbliche, continueremo coerentemente nella nostra battaglia per far sì che i soldi dei cittadini vengano correttamente utilizzati a beneficio della collettività e delle imprese sane. Dopo il caso Mose e le zone d’ombra del ‘Project financing alla veneta’ – ha continuato – chiediamo che si faccia piena luce sull’utilizzo delle risorse pubbliche destinate alla Formazione professionale in Veneto. Invitiamo quindi la Giunta regionale a fornire esaurienti risposte ai nostri interrogativi di fronte all’intero Consiglio – ha concluso Berlato – anche se, alla luce della documentazione che ci è stata fornita, riteniamo che si debbano fare accurati controlli per verificare se, anche in questo settore, si sia annidato o meno il sistema del malaffare”.
A.B.