C’è scompiglio a Marano e nell’Alto Vicentino dove da ieri si continua a dire in giro ‘Sono arrivati i profughi’. In realtà si tratta di 5 somali che, come spiegato dal Sindaco maranese, dopo essere fuggiti da un centro di accoglienza di Santorso, sono stati fermati a Marano Vicentino dalla Polizia Locale e riaccompagnati in Questura.

La notizia è trapelata dal social network Facebook, dove un cittadino ha immortalato i cinque fuggitivi. E’ subito scattata la caccia agli uomini con voci che si rincorrevano sulla presenza di quei disperati. Un tam tam che ha innescato polemiche e caos .

Così, i gruppi di maggioranza e opposizione (Marano Bene Comune e Noi di Marano) sono intervenuti con un’interrogazione ciascuno per chiedere al Sindaco Piera Moro quali norme sono state adottate nei confronti di queste persone e che disposizioni sono in atto nel Comune in merito all’eventuale accoglienza di  profughi. A sedare gli animi ci ha pensato il sindaco che ha spiegato come in verità, stanno le cose allo stato attuale.

“Marano non è zona di destinazione dei profughi – ha detto Piera Moro – ma è vero che in paese erano arrivati 5 somali, rintracciati dalla Polizia Locale Alto Vicentino. Erano fuggiti dal centro di Santorso e percorrendo la Strada Pasubio erano arrivati a Marano. Hanno detto  che volevano andare a Cuneo per poi trasferirsi in Svizzera, ma i Vigili li hanno convinti a tornare sui loro passi”.20150610_214759

Come spiegato dal primo cittadino, i 5 somali hanno tentato in tutti i modi di opporre resistenza (non fisica), ma alla fine hanno avuto la meglio le forze dell’ordine che sono riuscite a superare le barriere linguistiche e hanno spiegato ai cinque le regole burocratiche dell’immigrazione. Gli uomini del Comandante Giovanni Scarpellini hanno  fatto presente ai somali che se avessero proseguito la fuga rifiutandosi di andare in Questura, avrebbero perso il loro status di ‘rifugiati politici’  diventando di fatto ‘clandestini’.

“Questi 5 somali hanno abbandonato il loro gruppo e quando sono arrivati a Marano erano completamente disorientati – ha continuato Piera Moro – Non conoscevano il posto né il modo di muoversi e il loro unico scopo era andare in Svizzera. Dobbiamo essere realisti, queste persone hanno nella loro testa un progetto migratorio ben definito, ma che male si accorda con le nostre regole e le nostre leggi. Per loro è incomprensibile dover imm1rimanere nelle strutture che li ospitano, vogliono spostarsi nel luogo che hanno identificato come la loro meta. Il loro progetto migratorio – ha sottolineato  il primo cittadino che si è ritrovato la patata bollente tra le mani– non riguarda l’Italia. Il nostro Stato o i nostri comuni per loro sono solo un punto di passaggio che non gradiscono. Queste persone hanno una volontà umana che non si sposa con i nostri rallentamenti burocratici e sanno benissimo dove vogliono andare”.

Dopo aver raccontato i fatti, Piera Moro, provata da quanto solitamente siamo abituati a vedere in tv e che invece, le è capitato sotto mano, si è lasciata andare ad una considerazione ben più ampia di una discussione politica che sta tenendo banco a livello nazionale e che ora, sta toccando da vicino anche la nostra realtà.

Secondo il Sindaco di Marano Vicentino il problema delle ondate migratorie doveva essere preso in mano prima e gestito in modo consapevole, senza subire rallentamenti durante una campagna elettorale in cui nessuno ha veramente definito la questione per paura di passare dalla parte ‘del torto’ nei confronti dell’elettorato. “Ora che le elezioni sono finite i profughi arrivano come fionde – ha commentato Piera Moro – Il Ministero aveva individuato le strutture di accoglienza, ma ora, noi tutti, ci troviamo in uno stato di emergenza che fatichiamo ad affrontare. Inoltre – ha continuato – In questi giorni di grandi sbarchi, il braccio di ferro tra governatori e ministri è fatto di slogan e ordinanze, quando invece ci si dovrebbe sedere intorno a un tavolo per riflettere e gestire la problematica con la serietà che merita. Dobbiamo tenere bene in mente – ha concluso – che sono persone che fuggono da zone di guerra, ma che hanno un progetto migratorio ben delineato e che non si sposa con le regole e la burocrazia italiane”.

Anna Bianchini

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