E’ arrivato a pochi metri dal traguardo ma non ce l’ha fatta a superarlo e non farà parte del Consiglio Regionale targato Pd. Pietro Menegozzo, Segretario provinciale del suo partito ed ex Sindaco di Santorso è da anni una figura politica di riferimento nel territorio e infatti alle elezioni i suoi bei voti se li è portati a casa e non se la sente di lamentarsi. Ammette però la sconfitta del gruppo, che per la prima volta si trova ad avere un solo rappresentante a Venezia (Stefano Fracasso di Arzignano) e conta oggi 8 consiglieri rispetto agli 11 del mandato precedente.
Menegozzo ha riflettuto, ha analizzato i dati e ha elaborato un suo pensiero: “Il partito non è attraente e moltissime persone di sinistra non si riconoscono nel Pd”.
Menegozzo, a queste elezioni non sarebbe servito nemmeno il ballottaggio. Che cosa è successo?
E’ veramente difficile da capire cosa sia successo. Siamo stati travolti da qualcosa che assolutamente non prevedevamo. Evidentemente non siamo riusciti a proporre un partito attraente, non abbiamo fatto presa sugli elettori, non siamo stati convincenti.
Com’è possibile che una coalizione così importante abbia ottenuto così poco riscontro?
E’ un segnale che deve portare a ulteriori valutazioni. Molti sostenitori tradizionali della sinistra non hanno votato perché non si riconoscono nel partito e di questo ne ho conferma personale perché ricevo quotidianamente lettere da sostenitori delusi. E poi ammetto che ci sono dinamiche interne al partito molto difficili da gestire. C’è troppa competizione e questo ha influito perché per queste elezioni serviva maggiore impegno verso un obiettivo comune.
Lei però ha preso i suoi bei voti…
Sì. Sono arrivato a dieci metri dal traguardo. Sono molto amareggiato di non averlo raggiunto, però io e Stefano Fracasso da soli abbiamo preso un sacco di voti. Abbiamo dimostrato che il Pd dell’Alto Vicentino è il più forte di tutti. Dove abbiamo fatto il lavoro (Schio, Santorso, Torre, eccetera), abbiamo ottenuto un buon risultato. Noi eravamo candidati territoriali vincenti. Se ce ne fossero stati di più anche nelle altre province il risultato avrebbe potuto essere diverso.
Qual è stata la cosa che più l’ha deluso?
Il fatto che al Pd siano andati pochissimi voti. Il mio stesso nome è stato scritto vicino ad altre liste, segno evidente che andavo bene io, ma non il mio partito. Questo mi fa riflettere, anche perché sono il Segretario provinciale.
Lei aveva detto che in politica si candida chi raccoglie più voti, non chi è più bravo. E’ ancora convinto che Alessandra Moretti fosse il candidato migliore?
Dirlo oggi è difficile. Alessandra però è stata bravissima. Ha condotto una campagna elettorale senza risparmiarsi mai e si è mostrata una leader. Non posso dire oggi che fosse vincente, è evidente. Forse non era una candidata attraente dal punto di vista politico, così come ha dimostrato di non esserlo il partito.
Perché Luca Zaia ha stravinto? E’ una vittoria sua o della Lega?
Penso sia una sua vittoria personale, infatti la Lega non ha preso chissà quanti voti. Zaia ha fatto una campagna rassicurante, come del resto è lui. Sembra dire ‘non prendo decisioni, quindi non do fastidio’ e questo coincide con il grande senso del privato che si ha in Veneto. Noi abbiamo ‘osato’ di più, abbiamo fatto una campagna più marcata. E non è stato apprezzato.
Quanto ha inciso l’uscita di Tosi dalla Lega?
Non lo so esattamente, ma penso possa aver influito in modo positivo per Zaia. Chi temeva di ‘finire in pasto al Pd’ è corso ad assicurare il voto a Zaia.
Cosa farà lei adesso?
Ammetto che sono frastornato. Nel Pd lo siamo tutti e stiamo tutti riflettendo. Sto riflettendo anche io, anche in merito alla mia carica di Segretario Provinciale.
Che cosa si augura succeda in Regione?
Spero ci sia rispetto per i vincitori e per i vinti. Siamo in democrazia, si vince e si perde, ma alla fine devono tutti lavorare per il bene del Veneto. Mi aspetto una Regione operativa sui temi importanti, Prima di tutto spero comincino a lavorare seriamente per l’autonomia della Regione. Poi vorrei digitalizzazione, infrastrutture, politiche attive del lavoro e, soprattutto, riferimenti per le imprese e il sociale. Spero ci saranno onestà e competenza, cose che prima non c’erano. Bisogna prendere al volo la ripresa e tornare ad essere competitivi. E mi auguro che ci sia il buon senso alla base del lavoro dio tutti.
Anna Bianchini