Fondi pubblici sempre più carenti e anziani a rischio. Ecco perchè al giorno d’oggi, appartenere alla cosiddetta terza età è diventato sempre più difficile e passare una buona vecchiaia è un privilegio per ricchi. CGIL, CISL, UIL, Confederazioni e pensionati di Vicenza hanno deciso di puntare il faro sulla delicata situazione dell’assistenzialismo pubblico alle fasce più anziane della popolazione e hanno quindi lanciato un monito alla Regione affinché si adoperi concretamente per risolvere la carenza di fondi destinati a questo settore.
Dal colloquio con Francesco Zantedeschi, commissario straordinario dell’IPAB di Vicenza Salvi-Trento, i sindacati hanno riportato alcune criticità che interessano l’istituto assistenzialistico vicentino. In particolare i conti del suddetto ente sarebbero in rosso per “qualche milione di euro”, pur avendo effettuato significativi tagli alle spese di gestione, oltre le quali non è più possibile andare “pena lo scadimento del servizio”. Altro tema scottante in merito all’ente vicentino è la paura della privatizzazione, data anche la difficoltà nel “gestire i posti letto d’ospedale e l’assistenza domiciliare, stante la scarsa entità dei trasferimenti regionali”.
Le sigle sindacali accusano poi la regione di causare l’aumento dei costi assistenziali per i parenti anziani a carico delle famiglie, provvedendo “da anni solo con provvedimenti tampone”. In quest’ottica quindi la proposta avanzata dai sindacati di finanziare in modo congruo il fondo sull’autosufficienza, chiave di volta per sgravare le singole famiglie e innestare un sistema di miglioramento complessivo del servizio assistenziale. Il tutto accompagnato da un’adeguata rivisitazione del ruolo delle case di riposo, le quali, a detta dei sindacati, “dovrebbero avere ampie deleghe per la gestione di tutti i servizi rivolti agli anziani”.
Altro tema scottante è quello delle impegnative di cura. “In totale queste sono 27.000 in Veneto e del valore di 50 euro giornalieri, e dovrebbero servire a pagare parte del servizio sanitario offerto dalle strutture residenziali – hanno sottolineato le sigle sindacali – Il problema è che la stima delle richieste totali sia di 45.000, e i 50 euro giornalieri sono insufficienti per coprire tutte le spese dell’anziano col risultato che i costi delle spese sanitarie si scaricano sulla retta residenziale, lievitando i costi a carico degli ospiti. In sostanza – hanno concluso – le strutture per anziani stanno diventando ad esclusivo accesso per i più ricchi”.
F.P.