‘La fatica del cammino e le insidie del bosco diventano metafora delle difficoltà della vita. Si può educare anche passeggiando tra i pini’. Parole di don Galdino Panozzo che da ieri pomeriggio sta passeggiando tra i prati dell’eternità dopo una via crucis durata alcuni mesi: 71 anni festeggiati lo scorso 6 aprile era arrivato a Mosson solo sei mesi fa giungendo dalla parrocchia dell’Immacolata di Zanè (Campagne) dove, a sua volta, vi era sceso nel 2002 da Gallio, sull’Altopiano di Asiago.
Don Panozzo era nato a Cogollo del Cengio il 6 aprile 1944 dove anche era stato battezzato il 16 aprile dello stesso anno e, dopo l’iter formativo, aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1969.
Commosso il ricordo del sindaco cogollese Riccardo Calgaro sul suo profilo Facebook: ‘È difficile essere profeti in patria, ma tu, Galdino, lo saresti stato sicuramente da neo parroco di Mosson nel tuo paese natio Cogollo del Cengio. Neanche il tempo di apprezzare il tuo sorriso profondo e autentico e il tuo agire candido e trasparente, neanche il tempo di citare il tuo calvario di dolore nel cerimoniale del 25 aprile e te ne sei andato. Ti ricorderemo in tanti’.
E in tanti, tantissimi, martedì alle 10.30 riempiranno la chiesa parrocchiale di San Cristoforo di Cogollo del Cengio per l’ultimo saluto a questo pastore che “odorava” di gregge, che amava la sua gente come un buon papà di famiglia.
Sandro Pozza