E’ salvo l’Ufficio Postale di San Giorgio di Perlena, la frazione di Fara Vicentino, sul quale pendeva come un’ascia di Damocle la minaccia di chiusura imposta dalla riorganizzazione di Poste Italiane.

“Fortunatamente non chiuderanno subito gli otto uffici postali che Poste Italiane aveva deciso di sopprimere già da questo mese di aprile in provincia di Vicenza – ha spiegato Costantino Toniolo, consigliere regionale (Ap-Ncd Veneto Autonomo) – e adesso bisogna guidare l’eventuale nuova razionalizzazione degli uffici in modo intelligente”.

Maria Teresa Sperotto, Sindaco di Fara Vicentino, era scesa in campo insieme agli altri Sindaci che condividevano il problema della chiusura di un loro ufficio postale periferico e, con una lettera e l’appoggio dell’europarlamentare Daniela Sbrollini, la questione era arrivata a Roma circa un mese fa. Il problema degli otto comuni era vedersi togliere un ufficio postale periferico, che sarebbe stato assorbito da uno più centrale, con la conseguenza di togliere un servizio per gravare su di un altro.

“Poste Italiane ci ha comunicato la chiusura dell’ufficio di San Giorgio di Perlena – aveva spiegato Maria Teresa Sperotto – cercando di ‘mitigare’ la cosa con il potenziamento del così detto ‘postino elettronico’ e dei servizi online. Ma nel nostro caso, San Giorgio ha il 60% della popolazione (1100 persone) che hanno oltre 60 anni  e molti non sanno usare il computer. L’ufficio postale è un servizio per pagare bollette, prelevare danaro ed espletare molte funzioni necessarie alla vita quotidiana. Ci è stato chiesto di spostare lì una persona dal capoluogo per abbassare i costi, ma significherebbe lasciare un solo impiegato al servizio di 2.700 persone. E’ impensabile”. Lo stesso problema, oltre a Fara, riguardava Lisiera, Crosara di Marostica, Levà, San Marino di Vicenza, Tezze di Arzignano, Valle San Floriano e Piana di Valdagno, i cui Sindaci non erano rimasti fermi a guardare e infatti, gli uffici vicentini che si trovavano ‘in bilico’ per il momento e grazie ad un’azione concertata da parte dei senatori vicentini e veneti in Parlamento, sono salvi.

Il problema principale evidenziato dai primi cittadini chiamati in causa per la chiusura degli uffici postali periferici riguardava il fatto che i principali fruitori del servizio fossero persone anziane. Persone incapaci di usare il computer per accedere ai servizi postali online e magari residenti in territori montani nei quali, lo spostamento in centro per recarsi nell’ufficio aperto, diventerebbe una fatica.

“Mi sono consultato con gli amministratori locali e sono dell’avviso che in determinate aree occorre valutare la percentuale di popolazione anziana del posto e l’effettiva difficoltà a raggiungere gli uffici postali più vicini – ha spiegato Costantino Toniolo – I fattori fondamentali da tenere presente sono due: da una parte il problema della mobilità che nei paesi della pedemontana e di montagna penalizza soprattutto gli anziani, e dall’altra l’alfabetizzazione informatica. Anche nel secondo caso – ha proseguito – sono gli anziani ad avere la peggio, in quanto non sono abituati a gestire molte operazioni che oggi si possono fare on line, a partire da una semplice lettera o raccomandata, per giungere a pagamenti realizzati con un bonifico o con carta di credito. Nel caso fosse davvero necessario chiudere gli uffici postali periferici – ha concluso – propongo che vengano istituite delle modalità di alfabetizzazione a domicilio per la popolazione anziana: ampliare la formula dei ‘digital angel’ per allargarla dalle Pmi (Piccole e Medie Imprese) alle persone anziane non ancora alfabetizzate e addebitare il costo di ‘digital angel’ alle Poste Italiane”.

A.B.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia