Il futuro non è dei singoli Comuni, ma del territorio allargato. Lo pensa ‘Futuro per Lugo’ con Alessia Duso, candidata a Sindaco alle scorse amministrative e attuale opposizione a Lugo di Vicenza. E lo pensano Stefano Fracasso, consigliere regionale, Luigi Dalla Via, ex sindaco di Schio e Luciano Gallo, direttore della Federazione dei Comuni del Camposampierese, che ieri sera hanno organizzato una serata nella biblioteca cittadina per dimostrare con numeri alla mano  perchè ‘L’unione fa la forza’.

Con slides e schemi, hanno spiegato che il Veneto, con i suoi 579 comuni, ha una concentrazione di abitanti sparsi per lo più nell’area centrale, che contano mediamente 8mila abitanti. Solo un quinto dei veneti risiede nei capoluoghi di provincia, mentre i comuni, con i loro campanili, danno ‘alloggio’ a tutto il resto della popolazione.

Scopo della serata era dimostrare che l’aggregazione dei comuni, in stile ‘camposampierese’, è l’unica possibilità di futuro di un territorio che si è evoluto cambiando connotati e necessità nel corso del tempo e che ora deve dimostrarsi disposto ad evolvere mettendosi al passo con i tempi.

“I comuni al di sotto dei 5mila abitanti sono obbligati per legge ad associare le funzioni e condividere uffici e servizi per contenere le spese – ha spiegato Stefano Fracasso – ma l’aggregazione oggi non è solo una questione economica, è anche un problema di attività del territorio, dislocazione del mondo del lavoro e necessità di scambio dei cittadini”.

Per quanto riguarda la situazione economica, Fracasso e gli altri relatori hanno puntato sul prossimo futuro. “I soli finanziamenti che arriveranno saranno quelli europei – hanno sottolineato – e l’Europa non finanzierà i singoli comuni, ma le grandi aree metropolitane. Sono in arrivo oltre 2 miliardi per il Veneto e saranno destinati ad aree di sviluppo vaste che presentano progetti territoriali e non comunali”. Il concetto base è che non si può pensare a uno sviluppo economico impostandolo per singolo comune, ma bisogna ‘allargare’ il territorio inglobando più paesi ‘sotto lo stesso tetto’. Come ha fatto il Camposampierese, che con i suoi 11 comuni rappresenta la più grande area manifatturiera d’Europa. “Il mondo è cambiato negli ultimi anni – ha spiegato Luciano Gallo – e dobbiamo essere disposti a disciplinare nuovi confini amministrativi sulla base dei movimenti economici e sociali. Quando si fa alleanza si ha un peso più incisivo di quando si rimane soli e il l’insieme è più importante di una parte. Come unione dei comuni – ha detto – il Camposampierese ha portato a casa 13 milioni di euro dall’Europa, i singoli comuni non avrebbero potuto farlo”.Comuni Altovicentino

Ma per fare aggregazione e amministrare un territorio sovracomunale, serve una politica forte e coordinata. “Quando ero sindaco di Schio, mi riunivo ogni lunedì con tutti i sindaci del territorio per unire le nostre necessità e fare squadra – ha commentato Luigi Dalla Via – Ma un’unione non dipende dall’affiatamento tra singoli amministratori, altrimenti succede che appena arriva un sindaco nuovo, l’unione può rompersi, come è successo tra Torrebelvicino e Valli del Pasubio. E poi bisogna superare le diversità di regolamenti tra comuni contermini, servono regole territoriali. Non ci deve essere competizione nel territorio – ha continuato – serve collaborazione. Se guardiamo il modello tedesco ci accorgiamo che la Germania ha più comuni di noi, ma le cose funzionano. La motivazione è che in Germania la politica funziona. Per l’Alto Vicentino – ha concluso – auspico la creazione di 4 unioni al posto dei 38 comuni”.

Secondo i relatori presenti, anche la mobilità interna al Veneto deve essere rivista, perché al momento ‘soffre’ della stessa organizzazione di decenni fa, quando invece le necessità e la dislocazione territoriale sono evolute notevolmente. Mettendo in risalto il fatto che Londra stessa è una metropoli formata da una federazione di comuni, la serata si è conclusa con un appello al mondo politico di fare ‘più politica’.

“La prossima amministrazione regionale deve avere più coraggio per spingere sull’aggregazione”, ha sottolineato Dalla Via. Gli ha fatto eco Stefano Fracasso che ha concluso dicendo: “Fino a oggi abbiamo avuto una politica regionale che privilegiava i detentori dell’economia. Non c’era programmazione a livello territoriale ed è fondamentale ora fare un salto in avanti e cominciare a fare programmazione in tutti i settori”.

Anna Bianchini

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