Gli 11 civili morti e i 68 feriti del lanificio Rossi nel 14 febbraio 1945  saranno ricordati con una visita guidata. L’idea è a cura del Servizio Cultura del Comune di Schio che ha organizzato l’evento per il giorno di San Valentino alle 16.

Era la fine della Seconda Guerra Mondiale e Schio, come gran parte del territorio, era teatro di battaglia.

Nel ‘Numero Unico Schio’ del 1979 e del 2003, l’episodio accaduto poco prima delle 8 in quel mattino di 70 anni fa, è stato ricordato da Antonio Gaspari, meccanico tubista al Lanificio Rossi, e  Elia Carretta, che all’epoca aveva 12 anni.

“Notammo gli otto aerei provenire da ovest verso est cioè, da Torrebelvicino – raccontava Gaspari – Volavano a bassa quota, sorvolarono il Lanificio Rossi, dirigendosi velocemente verso Marano-Thiene. Un compagno disse: ‘Mi sembra che questa mattina abbiano cattive intenzioni’. Ci dirigemmo in fretta verso i cunicoli sotterranei interni allo stabilimento, poiché essendo stato dato l’allarme con il segnale di pericolo di mitragliamento aereo, era proibito rimanere all’aperto. Udimmo l’inizio della picchiata del primo aeroplano e subito dopo il crepitare delle mitragliere di bordo. L’attacco aveva sganciato 16 bombe da 250 kg. 15 esplosero, l’altra venne disinnescata da un artificiere tedesco, il giorno successivo”.

Elia Carretta raccontava: “Eravamo abituati al passaggio degli aerei da bombardamento dette fortezze volanti e io, Fabiano e Piero ci sedevamo in Tajara per contarli. Diverse volte ne contavamo 3000. Ogni giorno uscivano dal Mucchione e sparivano dietro il Novegno, destinazione Germania. Avevano anche un orario: dalle 14 alle 16 un rombo infernale scendeva sulla città, vetri che tintinnavano e cielo che si oscurava dai quadrimotori. Il 14 febbraio 1945, poco prima dell’attacco aereo, davanti al rifugio del Castello con un altro centinaio di uomini, tutti con il naso all’insù, non si sentiva alcun rumore: ‘che siano venuti per fotografare?’ pensavo. Tutto ad un tratto un cacciabombardiere passò sopra, l’urlo è impressionante, le otto mitragliatrici Browling e il cannone di prua iniziano la caccia all’uomo al lanificio Rossi in via Pasubio, le due bombe da 500 libbre seguono: a 50 metri somigliano due grossi cani neri con pelo raso e lucente. Le due esplosioni e lo spostamento d’aria ci fanno sbandare e per tutti incomincia la caccia all’unica porta del rifugio”.

A quell’attacco ne seguirono altri, otto in tutto, che fecero crollare muri, volare lastre di vetro taglienti e causarono anche l’esplosione del magazzino dell’ammoniaca, lasciando nella scia di distruzione, 11 morti e 68 feriti, tutti civili, con l’unica “colpa” di far parte del sistema di forniture belliche. Cotonifici e lanifici infatti producevano tessuti per divise, garze e cotoni per medicazioni.

Sabato 14 febbraio alle 16 il Comune i Schio vuole ricordare queste persone.

La visita guidata dura circa un’ora ed è gratuita.

E’ necessaria la prenotazione telefonando al Servizio Cultura del Comune di Schio o inviando una e-mail all’indirizzo cultura@comune.schio.vi.it

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