Sarà una questione di percentuali, sarà che lavorare la terra è un ottimo deterrente. Fatto sta che nei paesi più piccoli, quelli abbarbicati vicino alle montagne, sembra che la ludopatia sia un fenomeno decisamente sotto controllo.
Dopo la vittoria di Massimo Bitonci, Sindaco di Padova, che ha ottenuto la limitazione dell’orario d’accesso alle slot machine nella sua città, è sceso in campo anche Valter Orsi, Sindaco di Schio, che chiederà alla Regione di avere la medesima autorizzazione.
Ma non sono gli unici Comuni a soffrire della ludopatia, la terribile piaga sociale costituita dalla mania per il gioco d’azzardo, capace di rovinare intere famiglie e colpire la società intera.
Ne soffre anche Thiene, città in cui il primo cittadino Gianni Casarotto sta lavorando per analizzare i dati recenti forniti dall’Ulss 4 in modo da intervenire con la stessa ordinanza di Bitonci e Orsi e dare, per quel che è in suo potere, una ‘mazzata’ alle slot machine.
Ma ci sono alcune realtà in cui la ludopatia sembra essere un fenomeno controllato. Sono i piccoli comuni di montagna, come Posina, Valli del Pasubio e Valdastico, in cui i numeri delle persone dichiaratamente affette dal disturbo sono contenuti e in tal casi addirittura inesistenti.
“A Posina ci sono solo due casi di persone affette da ludopatia – ha spiegato il Sindaco Andrea Cecchellero – Si tratta di due persone ultrasessantenni e sono casi identificati e sotto controllo. I giovani da noi non sembrano essere interessati al gioco d’azzardo, quantomeno non ufficialmente. Nel nostro piccolo comune abbiamo una sala parrocchiale e una palestra, che evidentemente sono in grado di contrastare con forza le slot machine presenti in alcuni bar. Penso – ha concluso – che se le amministrazioni comunali sono in grado di creare opportunità di aggregazione e svago, la gente preferisce divertirsi piuttosto che pensare al gioco d’azzardo”.
A Valdastico i casi conosciuti sono una decina e includono ragazzi e adulti di tutti gli strati sociali. “Su 4 bar della zona 3 hanno le slot machine – ha sottolineato il Sindaco Claudio Guglielmi – Io detesto il gioco d’azzardo e non condivido la pubblicità che lo stato autorizza, anche perché una persona a me cara ne soffriva e ho visto in prima persona i danni che provoca. E’ una buona cosa per un comune avere strutture in grado di accogliere chi ha voglia di aggregarsi e organizzare eventi. Però penso anche – ha concluso – che sia importante fare informazione nelle scuole e nei posti di lavoro, in modo da colpire tutte le fasce d’età, e spiegare alle persone che il rischio di dipendenza, con tutto quello che ne deriva, è devastante”.
A Valli del Pasubio non risultano casi noti di ludopatia. “Non abbiamo casi segnalati – ha commentato Paolo Pianegonda, assessore al Sociale nel Comune di Valli – anche se grazie a Internet oggi si può fare tutto da casa. Se una persona vuole giocare d’azzardo può perdere la casa stando comodamente sdraiato sul divano – ha continuato – e nessuno viene a sapere niente, se non la famiglia che si trova a dover affrontare il problema economico. Penso che l’aggregazione sia fondamentale per aiutare chi soffre di ludopatia, perché l’isolamento crea insicurezza e peggiora la situazione. Al momento non abbiamo fatto incontri di formazione – ha concluso – ma ne faremo presto, soprattutto nelle scuole o con i cittadini”.
Piera Moro, primo cittadino di Marano Vicentino, vive una situazione diversa, con numeri più elevati di persone che giocano d’azzardo e talvolta arrivano in comune a chiedere aiuto perché non sanno gestire lo stipendio. “Ben prima del ‘caso Bitonci e Orsi’ abbiamo cercato una strada territoriale e non solo comunale di combattere la ludopatia – ha spiegato – Abbiamo fatto incontri pubblici con l’Anci, alcuni Sindaci del territorio e l’Ulss 4 e intendiamo affrontare il problema con la Conferenza dei Sindaci, perché stiamo parlando di una piaga sociale estesa. Capita – ha continuato – che ci siano persone che vengono in comune a chiedere aiuto con le bollette, ma quando analizziamo la situazione ci rendiamo conto che in realtà gestiscono male le loro entrate e questo spesso è dovuto alla ludopatia. Con l’Ulss abbiamo anche capito che nei paesi dove c’è meno offerta si gioca di meno – ha concluso – perché la necessità di spostarsi nei bar o nelle sale da gioco fuori paese è un deterrente. I comuni più grandi offrono maggiore presenza di slot machine. Inoltre – ha concluso – nei paesi di montagna la gente ha anche evasioni migliori, come il lavorare la terra e immergersi nella natura”.
Anna Bianchini