Rispettare le regole del gioco, aspettare il proprio turno e scambiarsi il pallone con il compagno di squadra. Sembrano cose scontate nello sport, ma non lo sono affatto per i disabili, che spesso, per via di sindromi e malattie che colpiscono anche a livello mentale, non conoscono le regole sociali. Eppure tutte queste regole sportive, Riccardo Lovato e Marilisa Borgo sono riusciti ad insegnarle ai loro ‘allievi speciali’, quelli che compongono il gruppo sportivo diversamente abili Olimpia Zanè, premiati per primi nell’occasione dell’11sima edizione del Galà dello Sport andato in scena nei giorni scorsi.
Riccardo Lovato e Marilisa Borgo hanno accettato la sfida nel 2010 e con la collaborazione della Fondazione Pegoraro Romanatti, trovando alleato un sindaco attento al mondo della disabilità come Roberto Berti, due volte la settimana allenano i ragazzi di una squadra di cui fanno parte una ventina di giovani disabili, che nonostante sindromi gravi come può essere l’autismo, hanno avuto la possibilità di diventare degli sportivi. Riccardo e ‘Marisa’ come alcuni bambini speciali chiamano confidenzialmente Marilisa non sono solo degli esperti di discipline sportive. Loro sono soprattutto due educatori dal cuore sensibile, che dedicano il loro tempo a quegli esseri speciali che spesso sono costretti a rimanere esclusi da tutto quello che è normale per gli altri.
Mattia, Roger e Giovanni sono solo alcuni degli atleti che grazie a due autentici angeli dalle sembianze umane hanno imparato a giocare a basket sfoderando abilità che spesso sono precluse a chi è nato sotto la ‘stella della diversità’. Giovanni ha solo 11 anni ed è un bambino di Thiene affetto da una forma di autismo severa. Per lui che non conosce le regole del vivere quotidiano è stato un miracolo infilare la palla in un canestro all’interno del palazzetto dello Sport di Zanè messo a disposizione dell’amministrazone comunale .
Eppure, dopo pochi mesi di dedizione, di pazienza (Giovanni è un bambino anche iperattivo), Riccardo e Marilisa ce l’hanno fatta ed ora il piccolo autistico non solo è un giocatore di basket che ha portato anche a scuola le sue abilità, ma è felice di recarsi ogni lunedì e mercoledì a Zanè, dove sembra quasi un bimbo normale con la sua tuta mentre riscalda i muscoli, ascolta le istruzioni e gli insegnamenti dei suoi allenatori, che sono riusciti a renderlo ‘indistinguibile’ in quei frammenti di giornata. Per un bambino che preferisce vivere nel suo mondo ed è compromesso nelle relazioni sociali, sarebbe impossibile l’intesa con i compagni di squadra, ma questo è ora possibile grazie a mesi e mesi di duro lavoro da parte dei suoi educatori sportivi, che non hai mai mollato, anche quando il bambino correva, si buttava per terra e scappava fuori dal palazzetto per evadere da quel mondo troppo complicato per un autistico.
Giovanni, in occasione del gran Galà dello Sport ha ritirato la sua medaglia con i suoi compagni dell’Olimpia Zanè, sfidando anche lui la confusione di un evento che sembrava troppo caotico per un bambino che non tollera i toni accesi dei festeggiamenti, il cambiamento e quel caos che fa a cazzotti con le esigenze di ordine e silenzio dell’autismo. Ma lui ha attraversato il palazzetto, mano nella mano con il suo allenatore Riccardo, che ci ha tenuto al ritiro di quel premio simbolico che significa integrazione vera attraverso lo sport, possibilità di riscatto grazie all’amore, miracoli che si avverano con la forza di volontà e fiducia quando tutto sembra perduto.
Grazie Riccardo, grazie ‘Marisa’.
di redazione Thiene on line
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