Quando arriverà la Befana sarà in saldo perfino la sua calza. Dopo un anno di contrazione costante degli acquisti, i commercianti hanno deciso di anticipare al 3 gennaio i saldi che di solito cominciavano il 7. Questo per adeguarsi ad alcune regioni limitrofe ed impedire la migrazione di una clientela desiderosa di fare acquisti scontati. Ma i saldi che iniziano addirittura durante le feste, fanno bene al commercio?

 

Secondo qualcuno la mossa è intelligente e permetterà ai negozi di recuperare almeno un po’ di fatturato, ma per altri invece si tratta di una decisione assurda, perché gli sconti a gennaio ‘sono una spada di Damocle sulle attività che se già hanno perso durante l’anno ora perderanno ancora di più’. Che cosa si aspettano dai saldi invernali i presidenti Ascom di Thiene e di Schio? Che anno si prospetta per il commercio e che cosa devono fare i negozianti per tenere continuare a lavorare?

Per uanto riguarda la stagione dei saldi, le aspettative sono basse sia per il thienese Emanuele Cattelan che per lo scledense Guido Xoccato i quali, dopo aver vissuto sulla pelle loro e dei loro soci mandamentali un crollo vertiginoso delle vendite, non se la sentono di azzardare previsioni positive. “Con i saldi di recuperare sempre una parte di ciò che si è perso – ha commentato Cattelan – ma la speranza più grande è che chi non ha acquistato per Natale lo faccia ora”. Secondo Xoccato saranno saldi attenti e oculati, in cui però chi vorrà fare acuisti avrà il privilegio di trovare articoli di qualità e di stagione senza troppi rischi di ‘fregature’. L’inizio degli sconti addirittura durante il periodo festivo ha spaccato in 2 perfino la Confcommercio nazionale perché, se da un lato c’è chi chiede la ‘deregulation’ che permetta ai negozi di fare sconti e promozioni a propria discrezione, dall’altra parte c’è che chi vorrebbe rimandare i saldi alla fine di gennaio per permettere ai negozi di ‘respirare’ ancora un po’. “Secondo me i saldi dovrebbero cominciare alla fine di gennaio – ha sottolineato da Thiene Emanuele Cattelan – e ci vorrebbero regole e sanzioni precise per tutelare che la normativa venga rispettata. In Italia purtroppo questo non avviene e si innesca una gara a chi sconta prima che rovina letteralmente il mercato. Di questo passo allora, conviene quasi la deregulation totale, così il mercato crolla del tutto auto-livellandosi e da lì si può ripartire”. Parole forti, condivise dal collega di Schio Guido Xoccato, che ha aggiunto: “Tra sms, fidelity card e web ci sono migliaia di modi per aggirare le regole. La grande distribuzione vorrebbe liberalizzare gli sconti, ma i piccoli esercenti invece necessiterebbero di tutele e regole rigide che permettano loro di lavorare in modo serio”. E i commercianti, dal canto loro, potrebbero fare di più? “Per andare avanti al giorno d’oggi bisogna innovarsi e rimanere al passo con il mercato moderno – ha detto Cattelan – Chi ha negozio dovrebbe ampliare la sua scelta commerciale proponendo articoli di qualità con fasce prezzo appetibili. E’ tornata l’ora dell’artigiano, che lavora bene e costa meno del marchio super pubblicizzato, perché i clienti vogliono un rapporto bilanciato tra qualità e prezzo senza scendere nelle ‘cineserie’. Nell’elettronica – ha continuato – si fa una guerra al prezzo attraverso i siti web, ma nei negozi dove i prodotti devono essere provati e toccati, internet non ha ancora stravolto il business. Chi ha negozio oggi deve combattere la pigrizia e rinnovarsi”. Guido Xoccato nel suo negozio di calzature ha creato una rete d’impresa in collaborazione con negozi ‘amici’ che trattano settori diversi. “Avere nuove idee e accettare le nuove sfide è fondamentale per il commercio oggi – ha spiegato – Non si può avere un negozio e rimanere fermi a guardare i concorrenti che ti ‘rubano’ i clienti. Il governo ce la sta mettendo tutta per bloccare il consumo interno, perché con le tasse che ci sono (l’ultima dei quali sul pellet che è schizzata dal 4 al 22%) sanno benissimo che l’unica conseguenza logica è il blocco totale del commercio. Noi commercianti – ha concluso – dobbiamo aprire la mente e inventarci nuove strategie, come e-commerce o rete d’impresa”.

Se la situazione politica si sistemasse e il costo dell’energia si abbassasse come dovrebbe essere ci sarebbero i presupposti per una ripresa – ha commentato Cattelan – Il dollaro cresce sull’euro e l’Europa tornerebbe ad essere forte. Se la gente ha soldi in tasca, li spende. Per quanto riguarda le amministrazioni comunali – ha continuato – i comuni dovrebbero dare segnali concreti, calare il più possibile le imposte locali e porre maggiore attenzione sui negozi di vicinato. L’anno prossimo Ascom di Thiene lavorerà a stretto contatto con il Comune e con i negozi soci del mandamento per ritrovare la spinta necessaria a costruire un nuovo contesto lavorativo. Per i commercianti sarà un anno duro – ha concluso – ma le prospettive per ricominciare in salute ci sono”.

Voglia di positività e stimoli anche per Guido Xoccato, che immaginando un 2015per i suoi soci ha detto: “Dopo 7 anni in cui abbiamo avuto solo vacche magre, auspico che ci sia foraggio a sufficienza per alimentare 7 anni di vacche grasse”.

 

Anna Bianchini

 

 

 

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