Avranno vita breve gli scontrini fiscali. Il premier Matteo Renzitorna a indicare uno degli obiettivi della delega fiscale. “Cambiamo l’Agenzia delle Entrate, che smette di essere un gufo o un avvoltoio appollaiato sulla spalla e diventa il consulente di una azienda o di una persona”, spiega, alla presentazione dei 100 digital champions locali. E aggiunge: “Andiamo nella logica di eliminare gli scontrini con la tracciabilità, così non c’è più la logica della Agenzia delle Entrate fuori dal negozio che ti pizzica ma c’è un nuovo rapporto tra cittadino e Agenzia”.

 

La svolta pianificata dal Governo arriva anche alla luce dei dati sempre più eloquenti sulla mancata emissione di ricevute fiscali: in media, secondo quando emerge da un’indagine dell’Adnkronos effettuata con la collaborazione di diverse associazioni di categoria e dei consumatori sul territorio, in Italia più di un negozio su due (il 55%) non fa scontrini o li fa irregolari.

Il fenomeno raggiunge punte prossime all’evasione totale a Napoli (83%), mentre Genova si conferma la città a più alto tasso di lealtà fiscale, con ‘solo’ il 18% di irregolarità. Intorno alla media Roma, Milano e Palermo, con percentuali che oscillano fra il 45% e il 50%. In un mese di monitoraggio, dal 15 settembre al 15 ottobre 2014, viene tratteggiata la geografia dell’evasione fiscale quotidiana, quella che nasce da piccoli importi ma che accumula cifre consistenti su tutto il territorio nazionale: dai conti della pizzeria appuntanti sul bordo di una tovaglia di carta, al classico cornetto e cappuccino pagato direttamente al bancone del bar. Fino ai macellai, ai fruttivendoli e agli alimentari che tengono spento il registratore di cassa.

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